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La teoria leniniana dell'imperialismo, una guida per la lotta dei comunisti

  • Alcune questioni relative allo scritto di Lenin "L'imperialismo, fase suprema del capitalismo", in occasione del suo 100° anniversario.

La complessità degli sviluppi economici e politici a livello internazionale e nazionale trova quotidianamente conferma e richiede un più serio e sistematico sforzo da parte di ogni Partito comunista per sviluppare il lavoro teorico e dare forma a una solida infrastruttura in grado di sostenere la lotta ideologico-politica indipendente dei comunisti, la lotta dentro i sindacati, dentro il movimento operaio-popolare.

E' un compito permanente dei comunisti lo studio dello sviluppo del sistema imperialista-capitalista e delle sue componenti, gli Stati capitalisti, la determinazione precisa della posizione che ogni Stato ha nel sistema imperialista in modo che l'elaborazione di una strategia e una tattica rivoluzionarie si basi su dati reali e oggettivi, i quali evidenziano come la nostra epoca sia quella del passaggio dal capitalismo al socialismo.

I Partiti comunisti hanno un grande vantaggio: stringono in mano il lavoro insostituibile di Marx-Engels-Lenin e sono guidati dalla visione del mondo marxista-leninista.

Una di queste preziose risorse è l'opera di Lenin "L'imperialismo, fase suprema del capitalismo", scritto nel 1916, due anni dopo l'inizio della Prima guerra imperialistica mondiale, e che utilizza una infinità di dati riguardanti il corso del capitalismo e le sue contraddizioni, i cambiamenti portati dal suo sviluppo. In particolare, quelli indotti dalla crisi del 1873 in relazione alla concentrazione del capitale e alla creazione di un'entità economica più elevata, il monopolio, hanno portato Lenin a giungere alla conclusione scientifica che si era entrati in un nuovo periodo del capitalismo, la sua fase imperialistica.

Lenin, studiando con precisione scientifica le questioni politiche che ne erano scaturite e focalizzandosi sulla posizione storica del capitalismo nella sua fase finale imperialistica, ci insegna il necessario collegamento tra la politica e l'economia, dotando i Partiti comunisti e la classe operaia di una risorsa inestimabile.

Cos'è l'imperialismo?

In primo luogo, l'imperialismo è il capitalismo dell'epoca storica iniziata tra la fine del 19° e l'inizio del 20° secolo e secondo la definizione più sintetica fornita da Lenin "l'imperialismo è lo stadio monopolistico del capitalismo". Egli osservava però che tale definizione non è sufficiente ad esprimerne l'essenza e il contenuto nella sua interezza.

Nella sua opera "L'imperialismo, fase suprema del capitalismo", Lenin ha fornito una definizione completa, estrapolando le sue cinque caratteristiche economiche fondamentali:

"1) la concentrazione della produzione e del capitale, che ha raggiunto un grado talmente alto di sviluppo da creare i monopoli con funzione decisiva nella vita economica;
2) la fusione del capitale bancario col capitale industriale e il formarsi, sulla base di questo 'capitale finanziario', di un'oligarchia finanziaria;
3) la grande importanza acquistata dall'esportazione di capitale in confronto con l'esportazione di merci;
4) il sorgere di associazioni monopolistiche internazionali di capitalisti, che si ripartiscono il mondo;
5) la compiuta ripartizione della terra tra le più grandi potenze capitalistiche.
L'imperialismo è dunque il capitalismo giunto a quella fase di' sviluppo, in cui si è formato il dominio dei monopoli e del capitale finanziario, l'esportazione di capitale ha acquistato grande importanza, è cominciata la ripartizione del mondo tra i trust internazionali, ed è già compiuta la ripartizione dell'intera superficie terrestre tra i più grandi paesi capitalistici."

Sul tema cruciale di cosa sia l'imperialismo è in atto un'intensa lotta ideologica condotta all'interno del movimento comunista. Nel quadro di un arretramento ideologico e del forte impatto dei punti di vista borghesi e opportunisti, un certo numero di Partiti comunisti intendono l'imperialismo unicamente come l'atteggiamento aggressivo degli Stati Uniti o di altri potenti Stati capitalisti nei confronti di altri Stati con posizione subordinata nel sistema imperialista-capitalista, attraverso l'utilizzo di mezzi economici, politici e militari.

Questo è un problema molto grave, che conduce i Partiti comunisti all'incapacità di analisi degli sviluppi con dati effettivi in quanto il loro approccio al sistema capitalista e alle sue leggi nella nuova fase imperialistica finale è unilaterale, vedendolo solo come la politica estera aggressiva di potenti Stati capitalisti, che, come viene detto, porta all'indebolimento o alla perdita di sovranità degli Stati più piccoli, alla perdita di indipendenza.

Questo approccio, che non è in grado di vedere il sistema imperialista (capitalista) come una totalità fatta di Stati capitalisti che non sono la "stessa cosa" e "uguali", a causa della diversità della loro forza economica, militare e politica e che occupano una posizione diversa nella piramide del sistema imperialista, non permette di cogliere la questione fondamentale: che i paesi capitalisti nell'era dell'imperialismo, i quali hanno creato una base economica di monopolio, sono entrati nella fase imperialistica.

Questo non significa che la Grecia sia la stessa cosa della Germania o il Messico come gli USA. Né significa che ogni Stato e alleanza capitalistica abbiano gli stessi obiettivi, come non esclude le manovre e i compromessi che possono avere luogo in diversi momenti storici, sempre con l'obiettivo permanente di portare avanti gli interessi dei monopoli.

L'irregolarità e la disuguaglianza capitalistica nei rapporti economico-politici è una legge fondamentale del capitalismo e ogni Stato borghese serve gli interessi dei monopoli, indifferentemente dal fatto che si trovi in una posizione del sistema più elevata o in una più bassa e subordinata.

Inoltre, la classe borghese sceglie la strada della cessione dei diritti sovrani, per esempio ad una alleanza imperialista come l'UE o la NATO, o anche attraverso le relazioni inter-statali, al fine di salvaguardare i suoi più generali interessi di classe, di trovare supporto e perpetuare il suo potere. Di conseguenza, i problemi di "sovranità" hanno una base di classe e la loro risoluzione è collegata all'eliminazione delle cause, rovesciando il potere borghese.

L'identificazione dell'imperialismo solo con la politica estera aggressiva di potenti Stati capitalisti e il distacco della politica dall'economia (cioè dal dominio economico dei monopoli) porta alla separazione profondamente errata del movimento antimperialista dalla lotta anticapitalista.

E porta anche ad "abbellire" il ruolo della borghesia degli "Stati più piccoli".

Il problema più grave è quello relativo al cambiamento di obiettivi dei Partiti comunisti. La ricerca utopica di strategie per ripristinare la sovranità e l'indipendenza nel quadro del capitalismo sostituisce la lotta per rovesciare il capitalismo-imperialismo. A questo si accompagnano le formazioni politiche di transizione, i cosiddetti governi di "sinistra" e "progressisti" per la gestione del sistema borghese, con risultati negativi per il corso della lotta di classe che portano al rafforzamento del campo capitalista.

L'esempio degli Stati in America Latina è peculiare e l'analisi del Partito Comunista del Messico sui danni causati dal cosiddetto "progressismo" e "socialismo del 21° secolo" è un importante contributo alla lotta del movimento comunista. Questi approcci operano nel quadro del capitalismo, mantengono il potere borghese, la proprietà capitalistica dei mezzi di produzione, la legge del profitto monopolistico, l'anarchia capitalista che porta alla crisi.

Tenendo conto della gravità del problema, Lenin enfaticamente avvertiva che "Se non si comprendono le radici economiche del fenomeno, se non se ne valuta l'importanza politica e sociale, non è possibile fare nemmeno un passo verso la soluzione dei problemi pratici del movimento comunista e della futura rivoluzione sociale".

In secondo luogo, Lenin, sulla base dell'essenza economica e delle contraddizioni che permeano l'imperialismo, ne ha studiato e messo in evidenza le caratteristiche politiche, dimostrando che l'imperialismo è la fase finale del capitalismo, alla vigilia della rivoluzione socialista.

L'importanza decisiva della socializzazione della produzione e del lavoro

Nel 1916, Lenin osservava che:

"Il capitalismo, nel suo stadio imperialistico, conduce decisamente alla più universale socializzazione della produzione... Viene socializzata la produzione, ma l'appropriazione dei prodotti resta privata ... Quando una grande azienda assume dimensioni gigantesche e diventa rigorosamente sistematizzata e, sulla base di un'esatta valutazione di dati innumerevoli, organizza metodicamente la fornitura della materia prima originaria nella proporzione di due terzi o di tre quarti dell'intero fabbisogno di una popolazione di più decine di milioni; quando è organizzato sistematicamente il trasporto di questa materia prima nei più opportuni centri di produzione, talora separati l'uno dall'altro da centinaia e migliaia di chilometri; quando un unico centro dirige tutti i successivi stadi di elaborazione della materia prima, fino alla produzione dei più svariati fabbricati; quando la ripartizione di tali prodotti, tra le centinaia di milioni di consumatori, avviene secondo un preciso piano (spaccio del petrolio in America e Germania da parte del "trust del petrolio" americano), allora diventa chiaro che si è in presenza di una socializzazione della produzione".

Sulla base di quanto sopra, vale la pena di esaminare la metodologia leniniana, con particolare attenzione agli anni che sono trascorsi dal 1916, tenendo presente che oggi la socializzazione della produzione e del lavoro è aumentata in modo esponenziale.

Compiti politici dei partiti comunisti

"L'imperialismo è la vigilia della rivoluzione sociale del proletariato. A partire dal 1917 se ne è avuta la conferma in tutto il mondo." (dalla prefazione all'edizione tedesca e francese di VI Lenin,L'imperialismo, fase suprema del capitalismo.)

Qual è la caratteristica fondamentale che dimostra questa importante verità e permette ai partiti comunisti di fare un audace passo in avanti, di districarsi nelle scelte strategiche che non solo non sono state confermate, ma che si riferiscono a periodi storici in cui la classe borghese era la forza sociale guida contro il sistema feudale?

La Grande Rivoluzione Socialista d'Ottobre indica la via. La rivoluzione socialista agli inizi del 20° secolo in un paese agricolo relativamente arretrato, dove erano stati (comunque) creati i presupposti materiali per l'edificazione della società socialista.

La necessità del socialismo è drasticamente cresciuta nel nostro periodo, poiché il capitalismo si è enormemente sviluppato e ha formato una forte base economica (monopolio), un alto livello di infrastrutture, mezzi tecnologici che consentono l'aumento della produttività del lavoro.

La maturazione dei presupposti materiali. Questa è la questione fondamentale che lo sviluppo del capitalismo nella sua fase imperialista ha risolto e che determina il carattere della nostra epoca come l'epoca del passaggio dal capitalismo al socialismo.

Lo studio degli sviluppi e la discussione concreta che ha avuto luogo durante il 19° Congresso del KKE (primavera 2013) ha stabilito che la Grecia occupa una posizione intermedia nella piramide imperialista internazionale, con dipendenze da USA e UE.

Nel programma del KKE approvato dal 19° Congresso, si fa notare che:

"Su questa base, il KKE è giunto alla conclusione che il popolo greco si libererà dalle catene dello sfruttamento capitalistico e dalle unioni imperialiste, quando la classe operaia con i suoi alleati compirà la rivoluzione socialista e procederà nell'edificazione del socialismo-comunismo.
L'obiettivo strategico del KKE è la conquista del potere rivoluzionario della classe operaia, la dittatura del proletariato, per l'edificazione socialista, come fase immatura della società comunista.
Il cambiamento rivoluzionario in Grecia sarà socialista ".

Il nostro Partito non si limita a proclamare la necessità del socialismo, ma sulla base dello studio degli sviluppi economico-sociali sottolinea che il socialismo è l'unica alternativa, è necessario e di stringente attualità.

I problemi cronici, acuti e irrisolti affrontati dalla classe operaia affondano le radici nel dominio, nel rafforzamento e nella espansione del capitale monopolistico in tutti i settori dell'economia e della vita sociale. L'accumulazione di capitale è giunta a livelli senza precedenti, vi è un consistente aumento della produttività del lavoro.

Lo scoppio della crisi economica capitalistica nel 2008 ha evidenziato ancora di più il carattere storicamente sorpassato e barbaro del sistema capitalistico, l'opportunità e la necessità del socialismo, la necessità di aggregare il movimento comunista internazionale ed emancipare il movimento operaio e popolare.

Ed ha contribuito a rendere ancora più nitide le contraddizioni inter-imperialistiche (che stanno alla base delle guerre imperialiste), i cambiamenti nei rapporti di forza e i riallineamenti nella piramide imperialista internazionale.

Il nostro Partito concentra la propria attenzione sul potenziamento e l'aggregazione del movimento operaio e sulla costruzione di una potente Alleanza popolare-sociale che esprima gli interessi della classe operaia, dei semi-proletari, dei contadini autonomi e poveri, dei giovani e delle donne della classe operaia e degli strati popolari nella lotta contro i monopoli e la proprietà capitalistica, contro l'assimilazione del paese nelle unioni imperialiste, ad esempio nella UE e nella NATO.

Il programma del KKE afferma che: "La mobilitazione della maggioranza della classe operaia con il KKE e l'attrazione dei principali settori degli strati popolari passerà attraverso varie fasi. Il movimento operaio, i movimenti dei lavoratori autonomi della città e della campagna e la forma assunta dalla loro alleanza (Alleanza popolare) con obiettivi antimonopolisti e anticapitalisti, con l'azione d'avanguardia delle forze del KKE, in condizioni non rivoluzionarie, costituiscono il primo passo per la creazione di un fronte rivoluzionario operaio e popolare in condizioni rivoluzionarie".

"In situazione di condizioni rivoluzionarie, il fronte rivoluzionario operaio e popolare, attraverso l'utilizzo di tutte le forme d'azione, può diventare il centro della rivolta popolare contro il potere capitalista...".

Sulla decadenza del capitalismo

La posizione leniniana rispetto alla decadenza del capitalismo nella sua fase imperialista è confermata dall'esperienza degli stessi Stati capitalisti. I fenomeni di degrado, gli scandali, ecc. si moltiplicano, ma dobbiamo stare attenti perché è evidente che questo declino non porta automaticamente al rovesciamento del capitalismo. Il sistema difende il suo potere con tutti i mezzi a disposizione. Di conseguenza, ci deve essere un'intensificazione degli sforzi dei Partiti comunisti e il rafforzamento della lotta ideologica, politica e di massa per forgiare la coscienza della classe operaia con una strategia che favorisca lo sviluppo di una lotta antimonopolista-anticapitalista in modo che gli sforzi sistematici per concentrare e preparare le forze della classe operaia-popolare in una direzione di rottura e rovesciamento poggino solide basi.

La critica di lenin al rinnegato Kautsky

Lenin ha dimostrato nella pratica che la lotta contro l'opportunismo è una componente necessaria della lotta contro l'imperialismo-capitalismo e per il suo rovesciamento.

L'esposizione delle posizioni errate del rinnegato Kautsky è di particolare importanza. Kautsky sosteneva che: "L'imperialismo è il prodotto del capitalismo industriale, altamente sviluppato. Esso consiste nella tendenza di ciascuna nazione capitalistica industriale ad assoggettarsi e ad annettersi un sempre più vasto territorio agrario [corsivo di Kautsky] senza preoccupazioni delle nazioni che lo abitano".

La Prima guerra mondiale fu una guerra imperialistica su entrambi i fronti - l'Intesa (Gran Bretagna, Francia, Russia, ecc.) e l'alleanza tedesca -, una guerra tra due coalizioni di Stati capitalisti per la spartizione territoriale del mondo. Le posizioni politiche opportuniste, scollegando la politica dall'economia, videro l'imperialismo come la politica di annessione di territori portata avanti dagli Stati capitalistici potenti.

Lenin sottolineava che la definizione di Kautsky "non vale un'acca, poiché è unilaterale, arbitrariamente discerne soltanto la questione nazionale (la quale del resto è della massima importanza sia in sé, che in relazione all'imperialismo), arbitrariamente ed erroneamente connette tale questione soltanto col capitale industriale dei paesi che annettono altre nazioni, e altrettanto arbitrariamente ed erroneamente mette in rilievo l'annessione di territori agrari.
L'imperialismo è la tendenza alle annessioni: a questo si riduce la parte politica della definizione kautskiana."

Dal momento che c'è attualmente un confronto ideologico in atto nel movimento comunista, vorremmo sottolineare che, chiaramente, Lenin parlava agli inizi del 20° secolo di un piccolo gruppo di Stati che avevano una posizione di vertice nel mercato globale dovuta ai loro trust, cartelli, colonie e, nelle relazioni inter-statali, tra Stati creditori e debitori.

Tuttavia, Lenin stesso ci insegna che il capitalismo si sviluppa, che l'irregolarità capitalistica ha portato e porta a importanti cambiamenti nella posizione degli Stati capitalisti nel sistema imperialista.

In realtà, è stato dimostrato che il rovesciamento del sistema coloniale e l'ottenimento da parte delle ex colonie dell'indipendenza come Stati avvenne grazie alla lotta dei popoli e al contributo dell'Unione Sovietica.

Prendendo in considerazione questa realtà, riteniamo che l'analisi che sottolinea come tutti gli Stati capitalisti, in cui il capitalismo monopolistico sia già sviluppato, partecipano al sistema imperialista esprima in modo corretto la tendenza della nostra epoca. E' l'interdipendenza ineguale quella predominante in termini di relazioni tra questi Stati, così come l'influenza di ogni paese è determinata dalla sua forza economica, politica e militare e ciascuno cerca di rappresentare e promuovere gli interessi dei "propri" monopoli.

Queste caratteristiche consentono di interpretare, sulla base di criteri di classe, il ruolo di ogni Stato e alleanza. Esse ci permettono di prendere una posizione sul ruolo delle alleanze di Stati capitalisti, ad esempio l'UE e anche i BRICS, la posizione per esempio di Russia e Cina, che agiscono per conto dei monopoli russi e cinesi nella competizione internazionale con gli Stati Uniti, l'UE e il Giappone, ecc., per il controllo dei mercati e delle risorse naturali e oggi, in particolare, per il controllo dell'accesso a gas naturale, petrolio e all'energia.

In conclusione

Noi crediamo che i Partiti comunisti debbano studiare gli sviluppi utilizzando come risorsa tutte le caratteristiche leniniste (unificate) dell'imperialismo ed elaborare la propria strategia sulla base dell'importante verità che l'imperialismo è il capitalismo in decadenza e che la nostra epoca è quella del passaggio del capitalismo al socialismo.

Siamo in grado di superare le difficoltà usando il lavoro di Lenin come risorsa in modo da prendere una posizione di principio contro le guerre imperialiste, che sono il risultato dell'acuirsi delle contraddizioni inter-imperialistiche, della competizione e della lotta contro la pressione esercitata dalle forze borghesi e opportuniste che portano a sostenere gli interessi della borghesia del "nostro paese", disarmando la classe operaia, condannandola a seguire una "falsa bandiera", a scegliere una alleanza imperialista.

Questa posizione non è solo legata alla presa di posizione dei comunisti verso la guerra imperialista, ma anche a quella nei confronti delle alleanze imperialiste e a molte altre questioni della lotta politica.

Recentemente, il KKE, nella sua dichiarazione sul referendum in Gran Bretagna e la decisione per il Brexit, ha ricordato che:

"Il risultato del referendum in Gran Bretagna dimostra il crescente malcontento della classe operaia e delle forze popolari verso l'UE e le sue politiche antipopolari. Tuttavia, queste forze devono liberarsi dalle scelte di settori e forze politiche della borghesia e acquisire delle caratteristiche radicali e anticapitaliste.
Insieme ai meccanismi dell'UE, il risultato registra l'evaporazione delle aspettative che erano state promosse da tutti i partiti borghesi - anche in Grecia - secondo cui i popoli potrebbero trovare prosperità all'interno del quadro dell'Unione.
La necessaria condanna dell'alleanza predatoria del capitale, l'Unione Europea, la lotta per il disimpegno di ogni paese, affinché sia efficace, deve essere collegata al necessario rovesciamento del potere del capitale da parte del potere operaio-popolare. L'alleanza sociale della classe operaia e degli altri strati popolari, l'aggregazione e il rafforzamento del movimento comunista internazionale sono precondizioni per aprire la strada a questa prospettiva di speranza".

Questa conclusione, questa direzione dimostra la vera strada per il rovesciamento del sistema al contrario delle posizioni che sono costantemente alla ricerca di "gradini" e "fasi" sul terreno del capitalismo e che promuovono diversi sostituti, impedendo la necessaria lotta per il rovesciamento della barbarie capitalistica.

L'esperienza del movimento comunista dimostra che l'indipendenza ideologico-politica e organizzativa dei Partiti comunisti è un principio molto importante, che se violato porta a deviazioni e mutazioni opportunistiche.

L'indipendenza ideologico-politica e organizzativa, con una strategia che risponda alle esigenze contemporanee della lotta di classe nella direzione di una raccolta di forze per il rovesciamento del capitalismo e non le intrappoli nella logica degli stadi intermedi che gestiscono il capitalismo, costituiscono strumenti molto importanti per la lotta dei Partiti comunisti e l'aggregazione del movimento comunista.

*) Giorgos Marinos, membro dell'Ufficio politico del CC del KKE

 

 

Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare


1.09.2016