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RISOLUZIONE POLITICA DEL 21° CONGRESSO DEL KKE

            Il 21° Congresso del KKE si è tenuto dal 25 al 27 giugno 2021 nella sede del Comitato Centrale del Partito. Il 21° Congresso ha approvato il testo delle Tesi del Comitato Centrale, tenendo conto della discussione e dell’approvazione delle tesi da parte delle assemblee generali delle Organizzazioni di Base del Partito (OBP) e delle Conferenze. Ha inoltre approvato il rapporto presentato dal CC al 21° Congresso, nonché il rapporto di lavoro del Comitato Centrale di Controllo Economico (CCCE). Il 21° Congresso ha adottato una Risoluzione Politica che stabilisce i compiti del Partito da qui al 22° Congresso. Ha inoltre adottato una Risoluzione a parte sul lavoro nella classe operaia e il suo movimento nella promozione dell’alleanza sociale e del ruolo dei comunisti.

            In vista del 22° Congresso, esprimiamo la nostra determinazione a fare progressi nel dimostrare con maggiore chiarezza il ruolo specifico del KKE come avanguardia forte e organizzata e come veicolo di ideali rivoluzionari.

            Siamo determinati a compiere progressi nell’organizzare la classe operaia, i lavoratori autonomi urbani, gli agricoltori, i giovani, le donne che hanno una posizione o un’origine sociale operaia, nelle loro strutture sindacali, associazioni e organizzazioni; a promuovere il coordinamento delle loro attività, la loro solidarietà, la loro alleanza sociale e lo sviluppo della loro lotta in senso anti-capitalista e anti-monopolista.

            Oggi abbiamo una maggiore efficacia nell’intensificare la lotta e nel contrattaccare; nell’impegnarci affinché le lotte quotidiane e il coordinamento locale e di settore delle lotte si trasformino progressivamente in un movimento unitario e coordinato a livello nazionale della classe operaia e dei suoi alleati, con un carattere quanto più possibile di massa, radicato nei luoghi di lavoro, nei settori economici e in ogni regione, in senso anti-capitalista e anti-monopolista, contro la NATO e contro l’UE. Soltanto il KKE con la sua azione può garantire lo sviluppo di un movimento a livello nazionale internazionalista, destinato ad assumere un ruolo guida nel rovesciare l’attuale rapporto di forza e nell’aprire la strada verso il socialismo.

            In vista del 22° Congresso, potremo estendere in misura decisiva i nostri legami con le forze operaie e popolari, stimolandone il coinvolgimento più attivo nel movimento operaio e popolare, l’ingresso nel campo attivo di influenza del KKE e la partecipazione a tutte le grandi battaglie sociali e politiche del futuro.

            Da qui al prossimo Congresso potremo costruire in modo più determinato e dinamico molte nuove Organizzazioni di Base del Partito (OBP) e organizzazioni di base (OB) della KNE, creare nuclei militanti del Partito e della KNE ovunque e rinnovare la nostra militanza reclutandola nella classe operaia e nei settori medi a essa alleati, in particolare tra i giovani e le donne.

 

IL SISTEMA CAPITALISTA INTERNAZIONALE È PERVASO DA UNA NUOVA ACUTIZZAZIONE DELLE SUE CONTRADDIZIONI

 

            Oggi si manifestano tutte le contraddizioni del sistema capitalista internazionale, in forme vecchie e nuove e con alcune caratteristiche peculiari. Al tempo stesso, tutte le teorie borghesi sulle nuove dinamiche del sistema capitalista relative ai «nuovi modelli produttivi verdi ed equi per una redistribuzione più equa della ricchezza» e alla «riduzione delle diseguaglianze attraverso la transizione digitale» vengono smentite, così come alcune teorie precedenti fatte proprie dall’opportunismo, quali il «superamento delle contraddizioni attraverso la globalizzazione» e l’«Europa come casa comune dei popoli» destinata ad assicurare «pace e crescente prosperità sociale». Il dominio del capitalismo in tutto il mondo, con la sua vittoria storicamente temporanea dovuta al rovesciamento dell’URSS e degli Stati impegnati nella costruzione del socialismo al termine del Novecento, non può sfuggire alla sua contraddizione fondamentale e al suo declino.

  • La nuova crisi economica capitalista di sovra-accumulazione di capitali è esplosa – prima del previsto, a causa della pandemia – in quasi tutti gli Stati capitalisti. A causa della sua disomogeneità, questo sviluppo svolge un ruolo decisivo nella prosecuzione della tendenza più che ventennale al cambiamento dei rapporti di forza tra gli Stati capitalisti, che trova nell’ascesa economica della Cina la sua principale espressione. Di conseguenza, la competizione imperialista e le contraddizioni nella distribuzione e nel controllo dei mercati si stanno intensificando, concentrandosi sulle risorse energetiche, sulle ricchezze minerarie, sui trasporti, sulla gestione del cambiamento climatico e su tutto ciò che riguarda la gestione dell’ambiente nel suo insieme, nonché sulla diffusione generalizzata della digitalizzazione – la cosiddetta «quarta rivoluzione industriale».
  • Stanno prendendo forma le tendenze delle alleanze politico-economiche e politico-militari di natura regionale e internazionale. Attraverso l’intervento degli Stati capitalisti più potenti, le rivalità e i conflitti bellico-militari imperialisti si stanno intensificando a livello regionale, creando il rischio di una guerra imperialista più generalizzata. Questi conflitti si manifestano parallelamente a negoziati, colloqui esplorativi e compromessi temporanei. Qualunque accordo o consenso eventualmente raggiunto, con arretramenti a scapito di questo o quello schieramento, non farà che promuovere una «pace imperialista» con i fucili puntati alla tempia dei popoli, limitandosi a rimandare una nuova fase di inasprimento dello scontro, minacce militari e conflitti per l’accaparramento della parte del leone nella distribuzione dei mercati e delle risorse che producono ricchezza e nel controllo delle loro rotte di trasporto.
  • Gli Stati capitalisti – sia gli USA sia gli Stati membri dell’UE – stanno intervenendo direttamente sul piano economico per risolvere il problema dell’enorme quantità di capitale accumulato in eccesso, utilizzando come principale strumento il «Green New Deal». Qualunque riferimento alla tutela dell’ambiente è puramente strumentale. L’accresciuto intervento degli Stati mira a creare condizioni e incentivi per nuovi investimenti redditizi, utilizzando le tecnologie digitali e la «transizione verde» dell’economia capitalista con il deprezzamento controllato dei capitali fissi (per esempio con la chiusura delle centrali alimentate a lignite, il ritiro dei veicoli convenzionali e la sostituzione delle reti energetiche). Per di più, se l’UE sottolinea la promozione della «transizione verde» è perché possiede riserve di idrocarburi inadeguate (diversamente da USA e Russia) e ha creato infrastrutture per l’esportazione dei prodotti della «tecnologia verde».
  • Nessuna proposta di gestione borghese, keynesiana o liberista che sia, può annullare o eliminare le leggi della produzione capitalista, la rincorsa del profitto, l’anarchia, la diseguaglianza e la contraddizione tra il carattere sociale della produzione e l’appropriazione capitalista dei suoi frutti. I provvedimenti della gestione borghese possono soltanto ridurre temporaneamente l’intensità della prossima crisi. Il nuovo ciclo di «investimenti» e ripresa economica è destinato a creare le condizioni per lo scoppio di una nuova e più acuta crisi di sovra-accumulazione.
  • Le illusioni relative alla possibilità di una gestione del sistema favorevole al popolo – teoricamente destinata a creare un capitalismo più equo sul piano sociale, più amico dell’ambiente e più pacifico – si sono completamente infrante. Il mantenimento della redditività dei nuovi «investimenti green» e dei gruppi monopolistici richiede un aumento del livello di sfruttamento dei lavoratori, un’estensione dei rapporti di lavoro flessibili e una forza-lavoro manipolata. Qualunque provvedimento temporaneo atto a prevenire il crollo dei consumi essenziali delle famiglie e l’impennata della disoccupazione viene preso allo scopo di favorire il recupero della redditività capitalista e di disinnescare il malcontento popolare. Tali provvedimenti non costituiscono una svolta progressista. Non sono in grado di disinnescare le crescenti contraddizioni insite nel sistema capitalista. Gli investimenti del «Green New Deal» e della «transizione digitale» produrranno un’ulteriore accumulazione di capitale e profitti – ma non basteranno a ridurre gli alti livelli di disoccupazione o i tassi di povertà relativa e assoluta, in quanto non sono accompagnati da una generale riduzione degli orari di lavoro e da un contestuale aumento del reddito da lavoro. Non soltanto i «progetti green» non tutelano l’ambiente – dal momento che non sono seguiti da adeguate misure di protezione dai rischi naturali quali incendi boschivi, inondazioni e terremoti; al contrario, contribuiscono alla distruzione di foreste, catene montuose ed ecosistemi. Nel complesso, hanno molteplici ricadute negative. Alla fine, la popolazione sarà chiamata a pagare i nuovi incentivi e a farsi carico dei temporanei salvataggi da parte dello Stato delle imprese in difficoltà e del sostegno alla redditività. Sulle spalle della popolazione verranno inoltre scaricati gli aumenti di costo dell’«energia verde» ed essa sarà condannata alla povertà energetica, a nuove diseguaglianze eccetera.
  • L’acuirsi dello scontro tra gli USA e la Cina ha una base economica ed è rispecchiato anche in modo diretto a livello politico, diplomatico e militare. La nuova presidenza democratica di Biden negli USA dimostra che questa contraddizione non dipende da quale partito abbia la maggioranza. L’amministrazione USA pone oggi una rinnovata enfasi sulla necessità di garantire la coesione dello schieramento euro-atlantico, attraverso il miglioramento delle sue relazioni con l’UE.
  • Gli apparati dirigenti della UE perseguono aggiustamenti della politica comunitaria allo scopo di fare fronte sia all’indebolimento dell’UE nella competizione economica con gli USA e la Cina, sia all’acuirsi delle diseguaglianze nella crescita capitalista degli Stati membri. La lotta di potere per la supremazia nel settore finanziario dell’UE si sta inasprendo all’indomani della Brexit. In questo contesto rientra una serie di processi destinati a portare a una transizione verso una politica espansiva (revisione del Patto di Stabilità, adozione degli Eurobond eccetera).

 

            Tutto conferma che il socialismo è la risposta ai gravi problemi delle persone nel XXI secolo:

  • Oggi le persone devono affrontare una crescente diseguaglianza, che non è peraltro inevitabile. Da un lato vi è l’attuale potenziale scientifico e tecnologico, il potenziale di sviluppare le forze produttive e di realizzare la prosperità sociale; dall’altro vi è la realtà esistente, caratterizzata da un aumento dello sfruttamento e della povertà relativa e assoluta, dalla sensazione di insicurezza che pervade i salariati, i disoccupati, gli autonomi, i giovani e i pensionati, e dalla situazione delle donne prigioniere tra l’incudine del lavoro e il martello della maternità.
  • L’aumento del livello di socializzazione della produzione e della produttività della forza-lavoro crea un potenziale per l’aumento del tempo non dedicato alle attività lavorative e utilizzato per fini creativi, per la riduzione del lavoro manuale e ripetitivo, per il potenziamento del suo contenuto creativo e per l’ulteriore miglioramento del livello di istruzione generale dei lavoratori, che costituiscono la principale forza produttiva della nostra epoca.
  • Il nuovo potenziale dello straordinario sviluppo scientifico e tecnologico rafforza notevolmente, rispetto al passato, le basi materiali per un più rapido sradicamento di qualunque forma di proprietà individuale e societaria.

 

            La vera novità è la pianificazione scientifica centralizzata sulla base del potere dei lavoratori e della proprietà sociale. Il vero progresso è la relazione sociale che consente l’utilizzo delle forze produttive nel loro insieme – i mezzi di produzione, la crescita e la distribuzione della forza-lavoro – e si esprime in obiettivi scientificamente definiti e finalizzati alla prosperità del popolo.

 

GLI SVILUPPI NEL MEDITERRANEO ORIENTALE E LE RELAZIONI GRECO-TURCHE

 

            La posizione della Grecia nei mercanteggiamenti inter-imperialisti e nella competizione sul piano internazionale è determinata dall’atteggiamento aggressivo della borghesia greca, sempre più ansiosa di accrescere la propria quota di saccheggio e distribuzione – il che costituisce una prosecuzione dell’intensificazione dello sfruttamento dei lavoratori all’interno del Paese. Questo atteggiamento trova espressione anche nelle tendenze all’arretramento sul piano dei diritti di sovranità nel contesto di un compromesso imperialista in cui il peso maggiore spetta alle potenze più forti.

            I miti alimentati dall’ideologia borghese – per esempio che la borghesia greca starebbe semplicemente difendendo i suoi confini e non avrebbe alcun atteggiamento aggressivo – vengono smentiti. Tra gli elementi che provano la sua aggressività vi sono:

‣ La sua partecipazione alla NATO e l’aumento delle spese statali per fare fronte alle esigenze aggressive militari della NATO – secondo le ultime statistiche, il Paese è al primo posto in termini percentuali per quanto riguarda gli armamenti NATO.

‣ La partecipazione delle forze armate greche a missioni all’estero, la sorveglianza aerea dei confini degli Stati balcanici, la partecipazione alle esercitazioni nei Balcani e nel Mar Nero, la partecipazione a pattugliamenti militari nel Golfo Persico e la consegna di una batteria di missili antiaerei Patriot in Arabia Saudita.

‣ Il nuovo accordo militare con gli USA, l’accordo politico e soprattutto militare con Israele, l’invio di truppe in Mali (Africa) e la disponibilità del governo a schierare forze militari nella regione del Sahel.

‣ L’utilizzo di basi americane in Grecia per operazioni aggressive contro i popoli confinanti, la partecipazione all’accerchiamento della Russia eccetera.

            Anche la borghesia turca ha intenti aggressivi. Rispetto alla Grecia, lo Stato turco occupa una posizione più elevata nel sistema imperialista internazionale —è membro del G20, mantiene un esercito di occupazione in tre Paesi stranieri (Cipro, Siria e Iraq) e dispone inoltre di basi e forze militari in altri Stati quali Qatar, Albania, Sudan, Libia e Azerbaijan. Ha rivendicazioni territoriali nei riguardi di altri Paesi, tra cui la Grecia, come nel caso delle isole dell’Egeo orientale; rivendica zone marittime, contesta gli spazi aerei, compie azioni provocatorie contro i diritti di sovranità e i confini della regione e promuove un’ideologia neo-ottomana strumentalizzando minoranze e problemi religiosi.

            È questo contesto, insieme ai piani della NATO, a determinare le relazioni tra Grecia e Turchia e la competizione tra le classi borghesi dei due Stati in lotta per la propria affermazione geo-strategica nella regione.

            È in questo contesto che proseguono i mercanteggiamenti e i negoziati, che mirano allo sfruttamento condiviso dell’Egeo, alla promozione di soluzioni essenzialmente spartitorie al problema di Cipro e all’inaccettabile strumentalizzazione del problema dei profughi e degli immigrati a beneficio della competizione.

            È in questo contesto che si alternano le tendenze al compromesso (attraverso la firma di accordi di «pace imperialista» e l’appello alle organizzazioni internazionali quali il Tribunale Internazionale di Giustizia) e all’acuirsi dello scontro, che implicano il rischio di scontri aperti e guerre.

            Il KKE esorta la classe operaia, il popolo, i giovani e le giovani a intensificare la lotta contro la guerra imperialista e le sue cause in modo articolato, a puntare alla radice del problema – lo sfruttamento capitalista e la competizione inter-capitalista – a lottare perché il popolo e i suoi figli non debbano versare il loro sangue per gli interessi della borghesia, della NATO, dell’UE e degli USA.  Non devono credere ai governi borghesi che si alternano al potere; devono condannare in massa la loro politica pericolosa che imprigiona la popolazione nei piani, negli interventi e nelle guerre dell’imperialismo. Il popolo greco ha interessi comuni con il popolo turco, con il popolo russo e con altri popoli. I popoli possono vivere in pace se spazzano via gli interessi che causano guerre imperialiste o compromessi inaccettabili a scapito dei loro diritti, che finiscono per condurre per vie diverse allo stesso doloroso risultato.

            Il KKE conduce una lotta ideologico-politica sia contro le posizioni del nazionalismo borghese promosso dagli ambienti di estrema destra, fascisti e reazionari, sia contro le posizioni del cosmopolitismo borghese. In particolare, si batte contro il tentativo delle forze riformiste e opportuniste di camuffare come presa di posizione internazionalista la loro adesione alla linea dello sfruttamento condiviso e della cosiddetta «soluzione win-win» promossa da potenti settori delle borghesie greca e turca, degli Stati Uniti, dell’UE e della NATO.

            La classe operaia e i settori popolari hanno interesse a intensificare la lotta per i propri bisogni contemporanei, contro i monopoli e il loro potere; a forgiare un’alleanza autonoma nell’ambito di questa lotta, aprendo la strada al socialismo-comunismo; a sviluppare rapporti reciprocamente vantaggiosi tra i popoli; a sganciarsi dalla NATO, dall’UE e da tutte le alleanze imperialiste. Noi lottiamo:

‣ Per l’intensificazione della battaglia per lo sganciamento della Grecia dai piani e dalle guerre dell’imperialismo, per l’abolizione dell’accordo greco-americano sulle basi militari, per la chiusura della base di Souda e lo smantellamento di tutte le basi militari americane. Per impedire la creazione di una nuova infrastruttura euro-atlantica e l’installazione di armamenti nucleari nel nostro Paese.

‣ Contro qualunque modifica ai confini e ai trattati che li definiscono.

‣ Perché tutti gli ufficiali e i soldati greci rientrino in patria dalle missioni militari all’estero. Le forze armate greche non hanno nulla da fare nel Golfo Persico, in Mali, in Africa o in altre parti del mondo.

‣ Per la cessazione di tutte le esercitazioni USA-NATO che mirano ad accerchiare la Russia e a minacciare altri popoli.

‣ Contro qualunque utilizzo di attrezzature militari al servizio della NATO.

‣ Per la revoca della decisione governativa di aumentare la durata del servizio militare nell’esercito e per l’accoglimento di tutte le giuste rivendicazioni delle forze armate e dei militari di leva.

‣ Lottiamo per una Cipro unita e indipendente, per uno Stato e non due, con un’unica sovranità, un’unica nazionalità, un’unica veste internazionale, senza eserciti e basi stranieri, senza garanti e protettori, in cui il popolo sia padrone della propria terra.

‣ Esprimiamo la nostra solidarietà al popolo palestinese e chiediamo che il governo proceda immediatamente a riconoscere lo Stato palestinese, nel rispetto della decisione presa all’unanimità dal Parlamento greco nel 2015. Tutti gli accordi di cooperazione economica, politica e militare con lo Stato di Israele, assassino del popolo palestinese, devono essere revocati.

 

            Il popolo greco, come tutti gli altri popoli, è il solo che può difendere l’integrità territoriale del proprio Paese nella prospettiva degli interessi popolari, a esprimere la propria solidarietà internazionalista e a promuovere la lotta unitaria contro le guerre imperialiste, per il rovesciamento rivoluzionario dell’ordine sociale, per la pace e la prosperità dei popoli.

 

LA SITUAZIONE DEL MOVIMENTO COMUNISTA INTERNAZIONALE E L’AZIONE DEL KKE

 

            Il Movimento Comunista Internazionale continua a vivere una profonda crisi. Tra i Partiti Comunisti si continua a combattere un’intensa lotta ideologico-politica. Per la maggior parte, i Partiti Comunisti non hanno ancora avviato un’analisi approfondita della costruzione del socialismo e dell’esperienza dell’URSS e degli altri Paesi socialisti, delle condizioni che hanno condotto alla controrivoluzione e alla sconfitta di questo primo tentativo, nonché della strategia del Movimento Comunista Internazionale (MCI).

            Il KKE persegue la creazione di solidi legami ideologico-politici tra i comunisti, la manifestazione della solidarietà comunista e l’aiuto reciproco nell’elaborazione di tesi e iniziative unitarie. Manifesta attivamente la sua solidarietà con i comunisti, i militanti popolari e i movimenti che vengono presi di mira dalla repressione statale. Si sforza di attingere creativamente alle esperienze positive e di studiare le esperienze negative di altri settori del MCI, della multiforme lotta di classe nei rispettivi Paesi, senza lasciarsi distrarre dalle condizioni oggettive e dalle radici e origini storiche di ciascun Partito, così come dalle situazioni createsi dopo le profonde crisi e rotture degli anni Novanta.

            Secondo questi parametri, il KKE promuove i contatti e le relazioni bilaterali, la cooperazione tra gruppi di lavoro, lo scambio di analisi e documenti con altri Partiti. Contribuisce alle attività del Comitato Editoriale della «Rivista Comunista Internazionale (International Communist Review, ICR)», a quelle della Segreteria dell’«Iniziativa Comunista Europea (European Communist Initiative, ECI)», agli Incontri Regionali dei PC e agli Incontri Internazionali dei Partiti Comunisti e Operai – malgrado le forti divergenze esistenti tra i Partiti che vi partecipano. Partecipa attivamente all’attuale dibattito ideologico-politico nonché alle numerose iniziative unitarie che vengono decise. Segue lo sviluppo dei vari Partiti e della lotta di classe nei rispettivi Paesi, nonché i loro processi interni. Il KKE assegna la precedenza ai Partiti con i quali può sviluppare una relazione più stretta per la ricomposizione rivoluzionaria del MCI, per la creazione del polo comunista. Distinguiamo i Partiti che partecipano alla “Rivista Comunista Internazionale” e alla “Iniziativa Comunista europea”, al di là delle eventuali differenze.

            Perseguiamo una più stretta cooperazione con i PC che sono in grado di contribuire a vari livelli alla ricomposizione rivoluzionaria del MCI, identificati dalle seguenti caratteristiche:

            a) Sostengono il marxismo-leninismo e l’internazionalismo proletario, e la necessità di creare un polo comunista a livello internazionale.

            b) Combattono l’opportunismo e il riformismo, respingono la gestione del centro-sinistra e qualsiasi variante della strategia delle fasi.

            c) Difendono le leggi scientifiche della rivoluzione socialista, e sulla base di tali leggi valutano il percorso della costruzione del socialismo; cercano di esaminare problemi ed errori e di trarne insegnamento.

            d) Hanno aperto un fronte di lotta ideologica contro le valutazioni errate sull’imperialismo, in particolare quelle che scindono la sua aggressione militare dal suo contenuto economico, e contro tutte le alleanze imperialiste.

            e) Stabiliscono legami con la classe operaia; cercano di operare all’interno del movimento sindacale e dei movimenti dei settori popolari dei ceti medi; cercano di integrare la lotta quotidiana per i diritti dei lavoratori e del popolo in una strategia rivoluzionaria contemporanea per il potere dei lavoratori.

            Abbiamo fissato e promosso attraverso la lotta gli obiettivi specifici per il periodo da qui al nostro 22° Congresso. Il nuovo CC si assume il compito di studiare la condizione esatta del MCI, nonché tutte le forme di cooperazione, stabilendo le priorità e le iniziative unitarie. Ciò vale per gli Incontri Internazionali dei Partiti Comunisti e Operai, per gli Incontri Regionali, per l’ICR, l’ECI e i nostri incontri bilaterali.

            Un compito specifico del nuovo CC riguarda la necessità di studiare e valutare in modo esauriente gli sviluppi dei Paesi in cui la leadership è ancora esercitata da Partiti che si definiscono comunisti e che provengono dalla tradizione del MCI così come si è formata nel secolo scorso sotto l’influenza della Rivoluzione d’Ottobre e dell’URSS.

 

SVILUPPI NELL’ECONOMIA INTERNA

 

            La crisi simultanea del capitalismo internazionale nel 2019-2020 ha avuto conseguenze decisive sull’economia capitalista interna.  Le stime dell’UE sulla profondità della crisi indicano una percentuale intorno all’8,2%, decisamente superiore alla media UE che è stata del 6,6% circa. La pandemia ha fatto da catalizzatore per l’accelerazione dello scoppio della crisi, benché i suoi primi segnali fossero già comparsi nella fase precedente. Questo sviluppo non ha quindi costituito un fulmine a ciel sereno. Il KKE aveva messo in guardia tempestivamente dallo scoppio di una nuova crisi. Aveva sottolineato gli elementi che dimostravano tale tendenza, come la debolezza della ripresa, la vasta accumulazione di capitali non accompagnata da corrispondenti investimenti e le conseguenze negative dell’orientamento verso l’estero dell’economia greca (per esempio le grandi proporzioni del settore turistico) che, durante gli anni precedenti, era stato presentato dai governi di Nuova Democrazia (ND) e di SYRIZA, dalla Confindustria greca (SEV) e dalla Banca di Grecia come un successo significativo dopo la crisi – mentre in realtà esso ha condotto in sostanza a una maggiore esposizione dell’economia greca alle fluttuazioni dell’economia internazionale.

            La crisi attuale – come quella precedente – si manifesta in modo ineguale nei vari settori dell’economia greca. È accompagnata da una vasta distruzione dei capitali investiti nei settori della ristorazione e del turismo, colpiti dalle misure restrittive dovute alla pandemia da COVID-19, nonché dalla propria centralizzazione.

            La profondità della crisi in Grecia è stata notevolmente limitata da ampi interventi statali di sostegno immediato al capitale e dall’aumento degli investimenti statali che hanno determinato un lieve aumento dell’attività edilizia.

            La politica di gestione borghese si è differenziata rispetto al periodo precedente. Il governo di ND si è ora trasformato in un fautore delle politiche fiscali espansive, malgrado la sua ostilità ideologica a un maggiore intervento statale nell’economia. Al contrario, il precedente governo SYRIZA, benché schierato su posizioni socialdemocratiche, non ha attuato una politica espansiva a causa delle indicazioni e delle restrizioni comunitarie che hanno caratterizzato il periodo in cui è stato al potere. La sostanza è che entrambe le correnti politiche borghesi, a seconda delle esigenze del capitale, alternano entrambe le forme di gestione borghese, senza lasciarsi limitare dalle loro diverse posizioni sul ruolo dello Stato nell’economia e nella politica sociale. Inoltre, questa differenziazione ideologica borghese è necessaria anche per alternare le modalità di manipolazione delle forze operaie-popolari.

            La ripresa economia nel 2021 sarà decisamente inferiore rispetto al ridimensionamento del 2020, e le stime UE segnalano che il tasso di disoccupazione in Grecia, già ufficialmente elevato, resterà al disopra del 16% nel 2021-2022 – ma in realtà sarà ancora più alto.

            La ripresa ha un andamento precario. Una serie di fattori potrebbe limitare le previsioni positive relative ai tassi di crescita nel 2021-2022. Tra questi fattori spiccano i seguenti:

  • Il crescente debito pubblico dovuto alla linea espansiva che è stata attuata, specie nel caso in cui l’allentamento del Patto di Stabilità si riveli limitato in termini di proporzioni e di durata.
  • Gli effetti negativi delle grandi garanzie statali, specie in relazione agli incentivi per l’edilizia, ampliati dal Programma di Protezione delle Risorse Greche (Hercules).
  • L’incertezza relativa all’andamento di settori economici quali il turismo.

            La ripresa dell’economia capitalista non sarà uniforme. La situazione di un numero rilevante di piccole imprese si è già deteriorata e si prevede che le chiusure ammonteranno a decine di migliaia, parallelamente a un aumento della disoccupazione, mentre altre imprese incorreranno in un grave indebitamento quando i provvedimenti temporanei di sostegno statale verranno ridotti o interrotti (es. sospensione dei pagamenti).

            La spesa pubblica elevata accrescerà il fardello sul bilancio, e a quel punto i lavoratori salariati e autonomi saranno chiamati a farsi carico di un fardello fiscale aumentato per il necessario consolidamento del fisco.

            La politica incentrata su una forza-lavoro più a buon mercato subirà un’escalation attraverso le pressioni esercitate sul salario medio reale, che si prevede subirà una riduzione in molti settori a causa dello smart working e del riordino degli orari di lavoro, nonché per effetto della riduzione dei cosiddetti «costi da lavoro non salariali» e del nuovo attacco ai diritti previdenziali, alle condizioni e alla copertura delle cure sanitarie, del welfare e delle pensioni.

            I piani borghesi per il prossimo periodo, tanto la «Grecia 2.0» di ND quanto la «Grecia+» di SYRIZA, individuano le medesime priorità settoriali: la cosiddetta «Transizione Digitale Verde», nella direzione del «Green New Deal» UE e internazionale.

            Oggi sono a confronto due strategie diametralmente opposte, incentrate sull’interrogativo «sviluppo per chi?». Per il capitale monopolistico, o per la classe operaia e il popolo? Di quale potere e di quale proprietà ha bisogno il popolo? Sviluppo per quale causa, per le esigenze e gli interessi di quale classe? Per il profitto, o per il soddisfacimento dei bisogni dei lavoratori e del popolo?

            In diretta contrapposizione all’attacco capitalista, le forze del KKE sono in prima linea nell’organizzare focolai di avanguardia, resistenza e contrattacco.

            Promuoviamo l’autentica lotta progressista per il soddisfacimento dei bisogni popolari contemporanei, la lotta per lo sganciamento dall’UE e dalla NATO, per il rovesciamento del potere capitalista.

            Intensifichiamo la lotta quotidiana contro i monopoli, l’UE e i loro governi, esigendo l’abolizione di tutte le leggi contro i lavoratori, sia quelle del periodo dei memorandum sia quelle del periodo dell’intensificazione della sorveglianza e della pandemia, e tutte le leggi collegate al Recovery Fund.

            Promuoviamo con la militanza e con la lotta le posizioni che difendono il reddito dei lavoratori e del popolo, il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita, la riduzione generalizzata degli orari di lavoro e la fissazione di orari di lavoro e ferie stabili, un’occupazione stabile e permanente per tutti. Siamo in prima linea nelle lotte per le condizioni e i contenuti dell’istruzione e per il diritto a un’istruzione pubblica e gratuita per tutti; per servizi esclusivamente gratuiti, pubblici, moderni e di alto livello per la tutela della salute, per la prevenzione, la diagnosi, la cura e la riabilitazione; per la protezione della maternità; per la tutela della qualità della vita nei luoghi di lavoro e di residenza; per spazi verdi gratuiti e funzionali; per provvedimenti e infrastrutture atti a tutelare la vita e la salute dei settori popolari nei luoghi di lavoro e di residenza; per infrastrutture e interventi di prevenzione degli incendi, delle alluvioni e dei terremoti; per la salvaguardia delle abitazioni popolari. Siamo in prima linea nelle lotte per i diritti dei lavoratori nel campo della cultura e delle nuove scienze.

            Il contrattacco, oltre le modalità di lotta e rivendicazione, deve trasformarsi progressivamente in un movimento coordinato a livello nazionale e unitario in relazione a posizioni e obiettivi comuni; un movimento di segno anti-capitalista e anti-monopolista contro l’UE e la NATO, con rivendicazioni unitarie a livello nazionale. Ci riferiamo a un movimento che modifichi in modo decisivo i rapporti di forza al suo interno e coinvolga sempre più persone nella sua azione; che respinga ed emargini quanto più possibile gli ostacoli posti dai datori di lavoro e dai sindacati governativi, dalle leggi anti-sciopero e anti-sindacali e qualunque tentativo di indebolire l’azione unitaria; che consegua risultati e contribuisca complessivamente al miglioramento e al cambiamento dei rapporti di forza nella lotta di classe; che utilizzi qualunque difficoltà o spaccatura nel sistema politico borghese per aprire una nuova fase di scontro e di conflitto con la borghesia e con gli organismi del suo potere.

            Attraverso l’intervento del KKE e il progresso della lotta di classe, questo movimento sarà in grado di approfondire la sua azione, e di integrare la lotta per la soluzione dei problemi dei lavoratori e del popolo nel contesto della lotta per il potere dei lavoratori, per il socialismo.

            Soltanto il KKE, come forza d’avanguardia e con la sua attività, potrà rendere possibile un simile movimento a un tempo nazionale e internazionalista per il rovesciamento rivoluzionario, specie nelle condizioni future quando emergeranno i segnali di una situazione rivoluzionaria.

 

INTENSIFICARE LO SCONTRO IDEOLOGICO-POLITICO PER L’EMANCIPAZIONE DEI LAVORATORI E DEL POPOLO

 

            L’alternanza dei governi di SYRIZA e di ND negli ultimi anni ha dimostrato una volta di più che i partiti liberali e socialdemocratici non sono che le due facce del Giano bifronte del sistema politico borghese. Ciascun partito politico realizza ciò che l’altro non ha potuto realizzare.

            L’alternanza dei governi è sempre più simile a una staffetta tra partiti borghesi. Malgrado l’apparente e spesso accesa guerra verbale tra il governo e l’opposizione borghese, il clima di consenso si manifesta in vari modi – per esempio, in parlamento, nell’atteggiamento unitario verso disegni di legge ed emendamenti di importanza strategica, ai quali fa seguito l’assistenza reciproca tra i partiti nel lavoro legislativo.

            Oggi appare sempre più evidente l’omogeneità dei partiti borghesi con le scelte strategiche essenziali della borghesia.

            La nostra valutazione dei partiti borghesi si basa sul loro programma, sul loro carattere, sulla loro attività, sul loro sostegno al sistema capitalista, sulle loro alleanze regionali e internazionali, sulla loro posizione verso la guerra imperialista e sulla loro politica nei riguardi della classe operaia, degli strati popolari e del movimento operaio e popolare. Le differenze tra loro possono essere causa di tensioni e in taluni casi minacciare la stabilità di un governo; essi costituiscono tuttavia un puntello del sistema e un elemento che preserva ed esacerba i rapporti di forza, pur creando la finzione di scelte alternative eccetera. Sono favorevoli a un’incessante prosecuzione e intensificazione delle politiche anti-popolari attraverso l’alternanza di governi monocolori o di coalizione.

            Tutti i partiti borghesi, in primo luogo ND e SYRIZA, sono unanimi sotto i seguenti aspetti:

  • Il sostegno alla ripresa economica sulla base di un piano di intervento pubblico per la «crescita verde», che pone al centro il settore energetico (transizione energetica, eliminazione degli impianti a lignite ecc.). Mentre si professano preoccupati per l’ambiente, votano congiuntamente per una serie di disegni di legge che hanno gravi ricadute ambientali, cedendo foreste, montagne, mari e spazi liberi a gruppi economici e sostenendo i relativi investimenti (per esempio a Elliniko), e commettono crimini relativi alla gestione dei rifiuti (come nel caso della discarica di Fyli).
  • La promozione della cosiddetta «transizione digitale», cioè l’utilizzo del potenziale digitale nelle strutture e nei servizi dello Stato borghese, che mira perlopiù a favorire i gruppi economici, a sorvegliare e reprimere con maggiore efficacia e rapidità i lavoratori e il popolo, e a intervenire nell’azione delle organizzazioni di massa del movimento.
  • La promozione dei cambiamenti nei rapporti di lavoro, il cui veicolo principale è l’adattamento degli orari lavorativi alle esigenze del capitale, anche attraverso lo smart working.
  • La «politica estera attiva» nella cornice della NATO e dell’UE e l’alleanza strategica con gli Stati Uniti.
  • L’insieme delle importanti modifiche in direzione di un legame più organico tra l’amministrazione municipale e regionale e gli organismi centrali e la pianificazione statale centrale, basate su aggiustamenti strutturali decisi dall’UE negli scorsi anni, sempre in funzione dell’attuazione di programmi UE. Il ruolo particolare che assumono nei riguardi della povertà estrema e della disoccupazione a lungo termine con politiche di gestione che mirano a creare consenso sociale.

            La classe operaia, i lavoratori autonomi, gli agricoltori, le donne delle famiglie popolari e i giovani devono fronteggiare nuovi tentativi di manipolazione e inganno, che alimentano fatalismo e illusioni, disseminando da un lato concezioni di cosmopolitismo utopico e dall’altro posizioni nazionaliste, razziste e anticomuniste.

            L’obiettivo di questa campagna è ostacolare ogni tendenza alla radicalizzazione dei lavoratori e del popolo, impedendo loro di integrarsi nella lotta anti-capitalista e anti-monopolista che aspira a rovesciare il sistema capitalista.

            Il KKE ha la responsabilità di condurre con tutte le sue forze una lotta ideologico-politica articolata, efficace e risoluta contro:

‣ Il tentativo del governo di ND in particolare, di vari ambienti borghesi e dei rappresentanti del capitale di presentare le scelte strategiche del sistema e la promozione della ristrutturazione anti-sindacale come provvedimenti moderni e avanzati.

‣ Il tentativo di mascherare ideologicamente l’intensificarsi della repressione e dell’autoritarismo, che esprime la tendenza reazionaria complessiva a proteggere il sistema dalle sue stesse contraddizioni e conflitti oltre che contro le previsioni di crescita del malcontento popolare, prendendo a pretesto la necessità di garantire la «sicurezza» e di difendere i diritti umani.

‣ I crescenti tentativi dello Stato e dei datori di lavoro di potenziare le forze divisive all’interno della classe operaia facendo appello a differenze di scolarizzazione, salario, età, etnia, religione, colore e sesso, servendosi a tale fine di nuovi metodi quale la sempre più diffusa introduzione dei contratti individuali e la regolazione dell’orario lavorativo.

‣ Il tentativo di ripristinare le tradizionali dicotomie politiche e ideologiche borghesi, quali «destra e anti-destra», «conservatorismo e progressismo», «centro-destra e centro-sinistra» e «neoliberismo conservatore e anti-neoliberismo progressista».

‣ La posizione promossa dalla socialdemocrazia, cioè da SYRIZA e da KINAL/PASOK, secondo cui sarebbe possibile un’attuazione «moderata» e «progressista» di politiche favorevoli alle scelte strategiche essenziali della borghesia. La variante di questa posizione espressa da MeRA25, che sostanzialmente scinde le questioni della circolazione del capitale monetario dai rapporti di proprietà capitalista, trasforma la questione della gestione dei prestiti, dei debiti e della moneta a una questione esclusivamente legata alle politiche UE, mentre in realtà si tratta d una politica governativa che mira a ottenere un maggiore sostegno da parte dei lavoratori e del popolo per questi obiettivi, e a garantire la relativa «coesione sociale».

‣ L’essenza della politica dei democratici di Biden negli Stati Uniti, che viene presentata come un modello per la «riforma democratica» del sistema, nonché quella dei governi socialdemocratici al potere in Spagna e in Portogallo. Alla luce delle esperienze europee e internazionali, possiamo dimostrare che non è possibile gestire gli obiettivi anti-popolari del capitale in un modo favorevole al popolo.

‣ Il tentativo di SYRIZA di utilizzare il malcontento popolare e le reazioni radicali contro la politica del governo di ND nella lotta per un cambio di governo – mentre il partito si presenta alla borghesia come esecutore più utile e capace. Dobbiamo denunciare l’azione di SYRIZA quando è stata al governo dal 2015 al 2019 per smascherarne le attuali prese di posizione «a favore del popolo». Dobbiamo inoltre denunciare il suo comportamento ora che è all’opposizione – il suo sostegno alla regolazione degli orari di lavoro, alle clausole del Recovery Fund, ai piani di «crescita verde» predatori e anti-popolari, alla linea di partecipazione ai piani dell’imperialismo. Se a dispetto dei suoi proclami contro i memorandum SYRIZA ha avuto la sfacciataggine di applicare i memorandum alla lettera, possiamo immaginare che cosa farebbe in un futuro governo alla luce delle sue attuali dichiarazioni.

Inoltre, con la sua lotta il KKE mira a:

‣ Smascherare l’essenza della linea politica di SYRIZA, che è analoga a quella di altre forze politiche socialdemocratiche e opportuniste. Si tratta di un tentativo complessivo di rafforzare una corrente di rinnovamento socialdemocratico sfruttando il malcontento popolare e il declino del governo, sulla base delle conseguenze più evidenti della pandemia.

‣ Combattere le illusioni relative a una proposta alternativa coerente, popolare e «realistica» di «integrazione democratica» dell’UE, con una responsabilità «equa» degli Stati membri più potenti in relazione ai deficit di bilancio, quale quella promossa da forze quali MeRA25. Il KKE si schiera inoltre contro le teorie sulla «schiavitù del debito» e sul «post-capitalismo», che vengono presentati come responsabili dell’offensiva anti-sindacale allo scopo di assolvere il sistema capitalista. Il KKE si schiera contro le valutazioni che sostanzialmente negano la lotta a livello nazionale e considerano le richieste di sganciamento dalla NATO come obsolete, promuovendo l’obiettivo del suo «autoscioglimento».

‣ Contrastare qualunque tentativo di riesumare una nuova «socialdemocrazia di sinistra», una «SYRIZA del 2010 e del 2012», un «governo di sinistra» che, si sostiene, «questa volta non farà compromessi», «attuerà un autentico programma di transizione keynesiana» e «si opporrà alle scelte dell’UE preparando così il terreno per cambiamenti radicali e perfino per una prospettiva socialista», come dichiarano varie forze opportuniste.

‣ Opporsi con determinazione alle forze di estrema destra, nazionaliste e fasciste (es. Soluzione Ellenica, i rimasugli di Alba Dorata, Coscienza Nazionale Popolare-ELASYN, Greci per la Patria-GREEKS GTP, Popolo Libero), che continuano a essere attive nonostante la messa fuori legge di Alba Dorata. Queste forze vengono utilizzate come truppe d’assalto, in particolare contro le mobilitazioni dei giovani; fomentano l’oscurantismo e l’irrazionalismo; cercano di sfruttare gli sviluppi nelle relazioni greco-turche, la questione di Cipro, l’attuazione dell’Accordo di Prespa e gli sviluppi nella questione dei profughi per estendere la propria influenza.

 

            L’appello a unire le forze con il KKE si propone obiettivi specifici. Aspiriamo a unire migliaia di lavoratori di tutti i settori popolari, a ispirarli con la nostra linea politica, a rafforzare i nostri legami politico-ideologici, a invitarli a unirsi al Partito nella lotta quotidiana e in tutte le battaglie politiche (per esempio le elezioni parlamentari), in tutte le forme di lotta quali scioperi, cortei ed elezioni sindacali.

            Il nostro cuore è con le migliaia di emigranti greci e di altri greci che si trovano all’estero, preoccupati per le sorti del Paese e della sua popolazione; con tutti coloro che vivono, lavorano e studiano in Europa, America, Australia eccetera. Il KKE li considera prima di tutto lavoratori, scienziati o studenti che hanno interessi comuni, in quanto vivono le difficoltà e i problemi esistenti in altri Stati capitalisti. In contrasto con il KKE, i partiti borghesi e le loro politiche si sono sempre posti contro i loro interessi e – come dimostra la questione del diritto di voto per i greci residenti all’estero – continuano a rapportarsi a loro in chiave elettoralistica, allo scopo di accaparrarsene i voti.

            Con la loro attività, gli emigranti greci possono contribuire alla ripresa e all’orientamento di classe del movimento nei loro Paesi di residenza, rafforzandone legami con il movimento operaio e popolare del nostro Paese.

            Oggi vi sono numerosi lavoratori, esponenti delle classi popolari, lavoratori salariati, lavoratori autonomi urbani, agricoltori, scienziati, intellettuali e artisti sempre più preoccupati dalle politiche di ND, PASOK e SYRIZA. Hanno sperimentato le conseguenze di una profonda crisi capitalista, l’esperienza politica del cosiddetto «governo di sinistra» di SYRIZA, la socialdemocrazia vecchia e nuova, la competizione e le guerre imperialiste, il ruolo di UE, FMI e NATO. Al tempo stesso, riconoscono e apprezzano il ruolo del Partito nella lotta, anche se forse non sono ancora pronti ad accettare e a fare proprie le posizioni programmatiche basilari del Partito.

            Il KKE può e deve rivolgersi a tutte queste forze. Deve discutere sistematicamente le sue posizioni con loro, esaminare le loro posizioni e osservazioni e promuoverne l’azione all’interno del movimento sindacale e dei lavoratori e dell’alleanza sociale, oltre che in altri ambiti di azione militante. Il KKE estende la propria influenza in modo più incisivo per mezzo della sua linea politica e del suo programma. Questo è un compito che coinvolge tutti gli organi dirigenti del Partito, dal CC agli organi delle OBP fino a tutte le OBP. Le nostre posizioni, le nostre analisi e l’esperienza che abbiamo accumulato costituiscono le nostre risorse per confutare le valutazioni utopistiche relative a un programma politico di transizione e alla possibilità di un governo parlamentare che apra la strada a un processo rivoluzionario che conduca al rovesciamento del capitalismo.

            Il KKE, con la sua strategia, le sue analisi e le sue attività, contribuisce a liberare i lavoratori e il popolo dall’illusione della possibilità di una politica filo-popolare messa in atto da un governo delle forze «di sinistra» o «progressiste», che con la partecipazione dei comunisti dovrebbe condurre il popolo in direzione di un cambiamento radicale. Il Partito rifiuta la concezione ideologica secondo cui il KKE, con la sua strategia per il rovesciamento del sistema capitalista e la conquista del potere da parte dei lavoratori, non offrirebbe una «soluzione politica immediata» favorevole al popolo. Sottolinea le esperienze negative, sia storiche sia recenti, che l’adozione di questa linea ha avuto nel corso del Novecento e nei primi decenni del nuovo secolo. Oltretutto, l’unico risultato ottenuto dalla linea della «soluzione politica immediata» è stato quello di ostacolare la radicalizzazione dei lavoratori e del popolo, di schiacciare il movimento, di integrare i partiti comunisti nel sistema e di far venire meno la possibilità di un conflitto in circostanze specifiche.

 

            Il KKE risponde ai bisogni e ai problemi del popolo con la sua posizione e la sua azione per la ripresa della lotta di classe, la ricostruzione del movimento dei lavoratori, l’alleanza sociale che lotta per conseguire risultati e raccoglie le forze per intensificare la battaglia per il vero rovesciamento rivoluzionario, cioè per il potere operaio.

 

            Il KKE può contare oggi più che mai su dati certi tratti dalle esperienze del popolo greco, dei popoli europei e del contesto internazionale. È in grado di persuadere e influenzare il popolo e di indurlo a riflettere su quanto sia importante integrare e saldare la lotta quotidiana per i problemi più gravi della popolazione nella lotta per il potere operaio, in contrasto con il concetto del cosiddetto «male minore» che conduce al disarmo del movimento operaio e popolare, alla sua ritirata e alla sua manipolazione. È utile e necessario sottolineare l’esperienza storica, anche attraverso lo studio del Saggio Storico del Partito e di altre analisi contemporanee.

 

            Il KKE non sottovaluta i rapporti di forza esistenti, che sono estremamente negativi. Il Partito elabora l’adattamento specifico della sua strategia in funzione dello sviluppo della lotta di classe per ciascuna area e per ciascun settore della classe operaia e delle forze popolari, concentrandosi sulla promozione e sull’affermazione dei bisogni sociali contemporanei e perseguendo un obiettivo prioritario – l’intensificazione della lotta popolare allo scopo di modificare positivamente i rapporti di forza, il che comprende il rigetto delle posizioni «realiste» che mirano all’integrazione e alla sottomissione del movimento.

            Come Partito, dobbiamo monitorare nel suo insieme l’intervento delle forze borghesi nelle amministrazioni locali in modo più sistematico e approfondito. La loro attività deve essere al centro dell’azione del movimento operaio e popolare e delle sue rivendicazioni. In questa prospettiva, gli organi del Partito hanno la responsabilità di offrire un orientamento politico più incisivo e articolato ai rappresentanti del partito nelle amministrazioni locali. Malgrado i rapporti di forza negativi, i comunisti eletti e i loro alleati combattono perché le famiglie popolari si risollevino sviluppando la loro lotta e le loro rivendicazioni.

            L’elevazione ideologica del Partito, sia collettiva sia individuale, il continuo studio e l’assimilazione delle analisi, il miglioramento del lavoro di orientamento politico e l’attività delle OBP, con un marcato rafforzamento del collettivismo, della critica e dell’autocritica, sono condizioni indispensabili per acquisire una maggiore capacità di azione, un orientamento politico programmato ed efficace e una maggiore efficienza; per essere in grado di agire unitamente agli ambienti operai e popolari che non condividono il nostro programma; per contribuire all’organizzazione della lotta in qualunque condizione, nei contesti avanzati o di temporanea ritirata.

            Questa è una condizione essenziale per condurre la battaglia ideologica nel modo più appropriato e popolare; per incoraggiare una maggiore iniziativa e militanza popolare utilizzando le nostre posizioni e il nostro ruolo di avanguardia; per costruire solide OBP e sezioni della KNE in tutti i luoghi di lavoro e di studio essenziali, nei settori più importanti, nei quartieri operai e popolari.

            Oggi possiamo svolgere un ruolo guida, in condizioni migliori, in modo tale che forze più ampie si rendano conto dell’energia non utilizzata della lotta unitaria organizzata della classe operaia, dei settori popolari dei ceti medi, dei giovani e delle donne, contro la propaganda e la politica della passività, dell’inerzia, del fatalismo, dell’integrazione e contro tutte le illusioni sulla possibilità di umanizzare il sistema capitalista.

 

IL PARTITO COME GUIDA DEL MOVIMENTO OPERAIO RIVOLUZIONARIO E DELL’ALLEANZA SOCIALE NELLA LOTTA PER IL SOCIALISMO-COMUNISMO

 

            Il 21° Congresso ritiene che il fulcro dei nostri compiti nell’immediato sia la necessità per il Partito – inteso come insieme di lavoro teorico e di azione politica e di massa – di essere all’altezza del momento, di rafforzare il proprio ruolo di reale guida e organizzatore del movimento operaio, della prospettiva rivoluzionaria del socialismo-comunismo.

            In qualche misura, i progressi che sono stati compiuti in condizioni di difficoltà e complessità senza precedenti esprimono un nuovo livello di maturazione teorica e politica. Dobbiamo tuttavia essere all’altezza delle esigenze create dai nuovi sviluppi, dare inizio a una nuova fase di ascesa, il cui parametro essenziale è la capacità del KKE di contribuire alla preparazione della classe operaia per il suo ruolo guida nel rovesciamento del sistema capitalista e nella costruzione della società nuova – il socialismo-comunismo.

 

NUOVI PASSI NELL’ATTIVITÀ IDEOLOGICO-FORMATIVA E NELLA PREPARAZIONE COMPLESSIVA DELLE NOSTRE FORZE

 

            L’attività teorica, ideologica e formativa è un elemento cruciale che contribuisce all’acquisizione della metodologia del materialismo dialettico per il ragionamento e la pianificazione dell’azione.

            La costante attività di formazione ideologica comunista prevista e inserita nel programma del Partito è la base per una più profonda acquisizione o per il consolidamento dei concetti appresi, e soprattutto per un’adeguata assimilazione delle posizioni principali della nostra teoria sul rovesciamento rivoluzionario del capitalismo e la costruzione del socialismo-comunismo, sulla base delle conclusioni ricavate dagli studi specifici condotti dal Partito.

            Ci concentriamo sui seguenti fronti di lotta ideologica:

Una maggiore comprensione dei rapporti di sfruttamento, delle forme contemporanee assunte dallo sfruttamento capitalista in seguito all’adozione di nuove tecnologie e altri metodi di organizzazione del lavoro, dei meccanismi di estrazione e distribuzione del plusvalore, della formazione del tasso medio di profitto, dei mutamenti nell’orario di lavoro nonché della sua regolazione, dello smart working eccetera. Questi temi devono essere affrontati e spiegati nei nostri articoli, discorsi e interventi pubblici.

‣ La nostra analisi del carattere del ciclo della crisi economica nel capitalismo, l’alternanza delle fasi di recessione e ripresa, sul quale si è lavorato molto ma non in modo adeguato, dal momento che tutte queste questioni sono legate a una corretta valutazione delle varie forme di gestione borghese. La lotta basata sulle proposte e sulle posizioni programmatiche del Partito, contro i cardini principali del piano di sviluppo nazionale, il «Green New Deal», la messa in evidenza delle conseguenze essenziali della digitalizzazione e della trasformazione dello Stato e della produzione per il popolo.

‣ La nostra analisi della costruzione del socialismo nel Novecento, scevra da ogni abbellimento tipico delle generazioni che l’hanno attraversata, in un periodo in cui le giovani generazioni non la conoscono affatto o sono assuefatte all’approccio borghese, che è segnato da numerose distorsioni e pregiudizi anticomunisti. Dobbiamo sottolineare la superiorità del socialismo, le cause del rovesciamento del sistema socialista, e in particolar modo le cause della dissoluzione dell’URSS, pietra angolare del primo tentativo storico di costruire il socialismo, e il ruolo e l’evoluzione del PCUS.

‣ L’arricchimento del nostro studio e delle nostre posizioni in relazione agli sviluppi del sistema borghese, della sovrastruttura, della giustizia, dell’istruzione, dello Stato e di tutti gli ambiti della vita sociale, politica e culturale. In particolare, la nostra lotta politico-ideologica deve mettere in evidenza la dimensione sociale e i fenomeni della violenza contro le donne, della discriminazione razziale eccetera. Dobbiamo affinare le nostre posizioni sull’emancipazione delle donne, sulla netta condanna di ogni aggressione razzista e intollerante basata su etnia, colore, religione, sesso e orientamento sessuale. Dobbiamo affrontare le teorie reazionarie del postmodernismo e dell’irrazionalismo, le visioni idealistiche sul «genere sociale» e sulla «fluidità di genere» e la costruzione ideologica del «diritto-umanismo» che ne derivano e che influenzano le persone meno informate sull’approccio scientifico a queste questioni. Queste concezioni non hanno nulla a che vedere con la difesa militante e collettiva di tutti gli individui e dei diritti sociali e delle libertà della classe operaia, del popolo, dei giovani e delle donne che appartengono alla classe operaia o ai settori popolari. Per mettere in evidenza la dimensione sociale e di classe di queste questioni è necessario studiarne le premesse filosofiche, il loro riflesso sulla sovrastruttura e le loro analisi alla luce della relazione tra economia e politica.

‣ L’elaborazione e la promozione della strategia in tutte le fasi nella lotta quotidiana. La piena consapevolezza che ogni aspetto della guida politica e dell’attività dei comunisti parte dal nostro Programma, dalla nostra strategia. Questo non ha nulla a che fare con riferimenti meramente propagandistici sul socialismo-comunismo e il potere operaio diffusi all’interno del movimento sindacale o altri movimenti, e che costituiscono sovente il «culmine» di un elenco specifico di problemi e appelli all’azione immediata; né, naturalmente, con la tattica che solleva un problema specifico per poi tentare di politicizzarlo, tracciando un erroneo legame artificiale tra tattica e strategia e generando quasi sempre un confuso ammasso di rivendicazioni immediate ed elaborazioni strategiche.

 

            È necessario garantire:

            Un’elaborazione efficace e mirata della linea politica nell’ambito del movimento, basata sul monitoraggio degli sviluppi, quale quella che siamo riusciti ad attuare con un certo successo durante i dieci anni di crisi, e che è stata rispecchiata anche dalle parole d’ordine (abolizione delle leggi dei memorandum contro i lavoratori, cancellazione unilaterale del debito, svincolamento dall’UE con  il popolo al potere). Nella fase della ripresa debole, questo risultato è stato ottenuto attraverso l’orientamento della lotta verso il soddisfacimento dei bisogni contemporanei. Durante la pandemia, è stato ottenuto mediante una combinazione di obiettivi incentrati sull’immediata necessità di rafforzare le strutture statali e tutte le strutture che la sanità pubblica deve fornire gratuitamente, nonché sulla necessità di requisire il settore privato, il che prepara il terreno per le riflessioni e le lotte per cambiamenti sociali più generalizzati, per una sanità pubblica totalmente gratuita, sulla base della socializzazione dei mezzi di produzione e della pianificazione scientifica centralizzata attuata dal potere operaio.

            Una battaglia politico-ideologica adeguata e mirata con le altre forze interne al movimento in relazione alla sua direzione, al suo orientamento e agli obiettivi di lotta da esso adottati.

            Un costante monitoraggio dei processi di lotta, con una valutazione corretta delle intenzioni, l’acquisizione di nuove esperienze e conoscenze e l’assimilazione collettiva di tutto questo a ogni livello, che contribuisce a una maggiore efficienza e all’apertura di nuove vie.

 

STUDIAMO LA NOSTRA STORIA, ASSIMILIAMO E APPROFONDIAMO LE NOSTRE POSIZIONI E ANALISI

 

             Il 21° Congresso sottolinea la necessità di rafforzare l’elemento teorico-ideologico nell’attività di tutti gli organi dirigenti.

            I sistemi organizzati di auto-formazione e le lezioni ideologiche nell’ambito degli organismi e delle OBP sono la base che consente agli organismi dirigenti e alle OBP di discutere in modo esauriente le questioni legate alla lotta politico-ideologica che derivano dalla nostra attività su un dato fronte di lotta o su questioni specifiche.

            Il coinvolgimento nell’approfondita discussione teorico-ideologica di tutti i compiti politici e di massa richiede tempo e preparativi adeguati a ciascun organo dirigente. Richiede la creazione di condizioni per la discussione collettiva, che dovrà basarsi sull’inquadramento scientifico e di classe dei temi in discussione, a opera degli organi preposti del Partito. Sotto questo aspetto, l’esperienza positiva ricavata dalla discussione di articoli pubblicati da «Rizospastis» e «KOMEP» all’interno degli organismi può essere utilizzata, generalizzata ed estesa in modo da coinvolgere tematiche più ampie.

            Dobbiamo contrastare con decisione la tendenza, emersa soprattutto nella base del Partito, a lasciare che analisi importanti e la ricca esperienza pratica da noi accumulata nelle battaglie politico-ideologiche di massa e in ambito sindacale abbiano un carattere limitato, frammentato, estemporaneo e occasionale.

            L’analisi politico-ideologica può svolgere correttamente il suo ruolo centrale nella nostra attività politica soltanto se viene integrata armonicamente nella discussione e nell’attività degli organismi dirigenti, e se viene utilizzata per il monitoraggio degli sviluppi, per l’attività politica e di massa e per l’elaborazione della linea di lotta. Questo tema investe la funzione delle strutture di guida a ogni livello.

            Esaminiamo il nostro lavoro di orientamento politico alla luce del percorso positivo del Partito, delle sue analisi e delle sue iniziative; della capacità di adattamento che esso ha dimostrato in frangenti cruciali, nel contesto degli sviluppi politici generali e di fronte a mutamenti improvvisi che hanno creato a un tempo grandi difficoltà e grandi potenzialità. Queste difficoltà e potenzialità, che rendono necessario un livello più elevato di capacità di guida degli organi dirigenti, devono costituire un impulso per le OBP in ogni ambito e in particolare nella costruzione del Partito, in modo tale che questo lavoro sia all’altezza della necessità di potenziare il ruolo guida del Partito nell’ambito della classe operaia.

            Gli elementi emersi durante il periodo della quarantena, in circostanze particolari (quali l’uso di Rizospastis, il lavoro di orientamento politico, l’impiego di vari mezzi di propaganda di massa) devono acquisire un carattere generale di esperienza positiva. Dobbiamo perseguire costantemente l’aumento della diffusione e dell’utilizzo di Rizospastis, di KOMEP, dei volumi pubblicati da Synchroni Epochi.

            Le sezioni del CC e i comitati ausiliari dei Comitati Regionali hanno un ruolo specifico e cruciale. Particolare impegno deve essere profuso affinché i loro membri siano adeguatamente in grado di combinare i concetti appresi con l’esperienza acquisita dal movimento.

            Il nuovo CC e i Comitati Regionali devono prestare un’assistenza più risoluta ed esauriente alle OBP attraverso piani specifici e dibattiti collettivi. Lo stesso vale per l’assistenza prestata dal Consiglio Centrale della KNE alle organizzazioni di base.

            Il nuovo CC deve diffondere un promemoria interno alle Organizzazioni di Partito, che tenga conto dei nuovi sviluppi e dei mutamenti legislativi introdotti dallo Stato borghese in numerosi settori, e fornisca istruzioni (politiche, legislative e organizzative) riguardo ai temi della preparazione, della vigilanza, dell’adesione ai principi operativi del Partito contro il nemico di classe e i tentativi di indebolire e attaccare il Partito.

 

UNA VALUTAZIONE PUNTUALE E SISTEMATICA DEGLI SVILUPPI E DELLE ATTIVITÀ DI TUTTE LE FORZE DEL MOVIMENTO

 

             Il potenziamento dell’attività di guida politica degli organi dirigenti deve avvenire attraverso un maggiore sviluppo dell’iniziativa delle Organizzazioni di Partito per lo sviluppo delle attività nell’ambito del movimento operaio e popolare. Sotto questo aspetto, è necessario maturare un corrispondente spirito di militanza, prontezza, tempestività e capacità di reazione rapida agli sviluppi relativi alle questioni che si manifestano in modo imprevisto. Gli organi dirigenti vanno valutati in funzione della loro capacità di elaborare una linea politica basata sulle nostre analisi, di orientare l’intervento delle forze del Partito, di sostenerle nella lotta politico-ideologica e di fare fronte ai tentativi della borghesia, dello Stato, dei suoi partiti e delle forze opportuniste di intervenire allo scopo di ostacolare la lotta.

            Al tempo stesso, è necessario assimilare i criteri sulla base dei quali partecipiamo alle iniziative, alle azioni e alle mobilitazioni che vengono organizzate a livello locale, settoriale o ad altri livelli in cui i rapporti di forza potrebbero non essere a noi favorevoli o che non sono state promosse da noi, in modo tale che le Organizzazioni di Partito siano in grado di intervenire dinamicamente in tali iniziative. Inoltre, le Organizzazioni di Partito devono vigilare sul contenuto e sullo sviluppo delle lotte ed esaminare collettivamente di volta in volta la nostra posizione.

            Il nuovo CC deve fare attenzione all’utilizzo dell’esperienza accumulata nelle lotte, allo scopo di chiarire la relazione tra il Partito e le organizzazioni sindacali, le organizzazioni dei lavoratori autonomi urbani, degli agricoltori, dei giovani e delle donne. Deve sgombrare il campo dalla confusione che identifica il lavoro di politicizzazione con gli slogan relativi alle nostre posizioni strategiche o all’intensificazione delle rivendicazioni. Deve inoltre impedire che le attività di forme più alte di organizzazione di massa (per esempio i sindacati) vengano utilizzate meccanicamente in altre forme di attività collettiva (per esempio i comitati di lotta).

 

POTENZIAMENTO DEL RUOLO GUIDA DEGLI ORGANI E DEI QUADRI

 

            La formazione politico-ideologica, la condivisione delle esperienze e l’alternanza e lo sviluppo dei quadri del Partito e della KNE sono cruciali per il percorso stesso e per lo sviluppo rivoluzionario del Partito.

            Decisivo è il ruolo dei Segretari degli organi dirigenti, così come quello degli altri quadri dirigenti di tali organi. Il loro ruolo a livello dei Comitati di Settore e degli organi direttivi delle OBP è particolarmente cruciale, poiché essi costituiscono lo snodo essenziale per il rafforzamento della capacità dirigenziale degli organismi e delle loro organizzazioni. Riteniamo che siano stati compiuti dei passi avanti, sebbene non in modo uniforme, nel funzionamento del ruolo guida essenziale dei Comitati di Settore.

            Dobbiamo essere più esigenti in relazione al lavoro di orientamento politico, senza però esprimere uno spirito soggettivista nell’illustrare i fenomeni e i problemi che si manifestano nell’attività quotidiana del Partito.

            Il lavoro di orientamento politico deve concentrarsi sulla conduzione della battaglia politico-ideologica su tutte le questioni, sul lavoro di mobilitazione delle forze operaie e popolari, sulla penetrazione delle Organizzazioni di Partito in settori più ampi della classe operaia e sull’elaborazione e la fissazione di obiettivi di lotta intorno ai quali ricomporre le forze del movimento in direzione anti-capitalista e anti-monopolista e, naturalmente, intorno al Partito. Un aspetto specifico del lavoro di orientamento politico consiste nel costante miglioramento dell’attività finanziaria del Partito, di fronte alle nuove difficoltà create dall’avversario.

            Queste questioni sono cruciali per il funzionamento e il contenuto del lavoro, per le forme, i metodi e l’orientamento dell’attività degli organi dirigenti.

            Un punto decisivo è la capacità di integrare la nostra attività in un piano e in un programma di lavoro generale, che naturalmente verrà adattato alle questioni cruciali che si presenteranno e ai nuovi sviluppi – un piano di lavoro destinato a trovare espressione diretta nei Comitati di Settore e nelle OBP.

            Il concetto di pianificazione non va inteso – specie nella base, negli Organi Regionali e nelle OBP – semplicemente come calendario di mobilitazioni, campagne, anniversari, azioni ed eventi specifici, quali l’apertura di scuole, la firma di accordi collettivi, il Primo Maggio, eccetera. Il concetto di pianificazione deve integrare i compiti, promuovere le attività, lo studio e la specializzazione dei compiti strategici generali in funzione dell’ambito di attività di ogni Settore e OBP. Deve integrare e adattare gli elementi della pianificazione suggeriti dagli organismi superiori, e formulare proposte creative elaborate in funzione di ogni specifico ambito.

            Un’adeguata promozione dei quadri, sulla base di un piano specifico e di un’assistenza concreta e articolata, e l’impiego delle forze del Partito sulla base dell’esperienza da noi accumulata nel corso degli anni, sono cruciali per lo sviluppo del Partito.

            I quadri della nuova generazione, in particolare quelli emersi negli ultimi dieci anni, partono ora da basi più solide, soprattutto in quanto danno inizio al processo di acquisizione delle conoscenze sulla base di elaborazioni e di ulteriori posizioni strategiche basate sul nuovo Programma del Partito.

 

            È tuttavia necessario un piano più completo per sostenere i nuovi quadri, tenendo conto che:

  • I compagni quadri più esperti devono assumersi il compito di trasmettere le conoscenze e le esperienze accumulate – non pontificando o guardando i nuovi quadri dall’alto in basso, bensì dando l’esempio da comunisti in veste di compagni ed educatori eguali, contribuendo così all’impegnativo e prolungato lavoro di trasmissione dell’esperienza del movimento e del lavoro complessivo del Partito alle nuove generazioni.
  • È necessario uno studio sistematico delle conclusioni tratte dalla Storia del Partito, nonché un sostegno organizzato allo sforzo di assimilazione delle sue analisi programmatiche e strategiche. Ciò porrà rimedio al fatto che i quadri più giovani non hanno esperienze dirette nella battaglia ideologica per la formazione delle analisi programmatiche contemporanee – esperienza che invece le generazioni precedenti possiedono. Sarà così possibile anche sgombrare il campo dalla confusione relativa al concetto di strategia, che riguarda non soltanto l’obiettivo finale ma anche un piano unitario di lotta contro il capitale e il suo potere. Oggi questo piano è promosso dall’attività quotidiana, dall’intensificazione della lotta di classe e dall’influenza teorica, ideologica e politica esercitata sulle forze operaie e popolari e sul loro movimento.
  • La conoscenza approfondita, l’istruzione, la formazione di una base teorica, l’applicazione di principi e valori, la costante vigilanza e prontezza sono condizioni necessarie per fare fronte alle conseguenze negative del ritardo nella socializzazione dei giovani, dovuto a cause oggettive (relazioni di lavoro ecc.) e alla loro esperienza limitata di partecipazione alla lotta popolare di massa.

            Il sostegno alla promozione di nuovi quadri si esprime anche nel miglioramento sostanziale dell’attività degli organismi dirigenti di cui essi fanno parte.

            A tale riguardo, la necessità di alternare l’assegnazione dei compiti e il lavoro dei quadri riveste particolare importanza per consentire l’acquisizione di un’esperienza più ampia e articolata attraverso compiti e responsabilità diversificati.

 

Dobbiamo:

            ‣ Essere attenti ai nuovi quadri e sostenerli, specie quelli inseriti in posizioni cruciali quali Segretari e Membri degli organi direttivi. Attraverso le Organizzazioni di Partito di cui fanno parte, essi devono acquisire rapidamente una buona conoscenza del loro ambito di responsabilità, della loro sfera di influenza, della società, dei luoghi di lavoro, dei quartieri, delle organizzazioni di massa del movimento.

            ‣ Spronare i quadri a partecipare più direttamente ai processi di massa del movimento.

            ‣ Garantire un dibattito sistematico e analitico negli organismi riguardo alle esperienze accumulate ed elaborare un piano di intervento specifico così da ottenere nuove e più ampie esperienze e da assimilare meglio le esperienze precedenti.

            ‣ Formare i nostri quadri in modo da metterli in grado di partecipare più a fondo alle attività e alle riunioni degli organismi con le loro opinioni e con interventi e contributi ben preparati.

            Sotto la responsabilità dei Comitati Regionali, dobbiamo garantire sul piano pratico l’orientamento di tutti gli organismi e le forze del Partito, su base settoriale e locale, verso il lavoro all’interno della classe operaia e dei suoi alleati. Ciò deve trovare espressione nella responsabilità di orientamento per la formazione di un piano complessivo per tale compito.

 

LAVORO TRA I GIOVANI – SOSTEGNO ALLA KNE

 

            Vi è l’urgente necessità che la KNE entri in una fase di sviluppo significativo delle proprie forze, per rafforzare il lavoro formativo comunista tra le sue file. La KNE è la principale linfa vitale del Partito e il suo sviluppo è condizione necessaria per garantire la continuazione del suo percorso rivoluzionario.

            Malgrado i passi positivi che sono stati compiuti, è necessario un piano unitario degli organi del Partito e della KNE per l’intervento tra i giovani, nei luoghi di istruzione, negli ambiti professionali e tra i giovani lavoratori; per lo sviluppo dell’intervento politico-ideologico e di massa sui temi della cultura e dello sport che interessano specificamente le giovani generazioni. A tale riguardo dobbiamo intensificare lo sforzo dei Centri Giovanili di Cultura e Creazione Giovanile della KNE.

            È compito del Partito sostenere in modo determinato lo sforzo in atto per intervenire tra i ragazzi più giovani. I passi compiuti negli anni precedenti devono essere consolidati e intensificati. Questo sforzo deve coinvolgere un numero ancora maggiore di ragazzi e sostenere la formazione e l’attività dei gruppi nei comuni e nelle città.

            Dobbiamo intensificare lo sforzo atto a sostenere il lavoro politico-ideologico e formativo nelle file della KNE per l’assimilazione del Programma del Partito, delle nostre analisi, delle conclusioni storiche e della nostra concezione del socialismo-comunismo.

 

CI CONCENTRIAMO SUL LAVORO TRA LE DONNE

 

            Nell’immediato, dobbiamo compiere passi più decisi nella specializzazione del lavoro del Partito tra le donne appartenenti alla classe operaia e ai settori popolari, affinché tale sforzo assuma un carattere permanente nell’ambito degli organismi del Partito e della KNE.

 

                 Tali passi devono rivolgersi in direzioni specifiche, quali per esempio:

             ‣ Considerare il reclutamento di giovani donne nel Partito come un indice costante per valutare l’attività di costruzione del Partito.

            ‣ Prestare attenzione alla promozione, alla formazione politico-ideologica complessiva e al sostegno dei quadri femminili, specie le più giovani, nelle varie fasi della loro vita.

            ‣ Orientare più efficacemente le militanti e le donne quadro del Partito all’attività nel movimento radicale femminile. I membri del Partito e della KNE hanno il compito di partecipare alle attività delle associazioni e ai gruppi del movimento femminile, di lottare per la partecipazione non soltanto delle sostenitrici del Partito ma di tutte le donne che sono preoccupate dagli ostacoli e dai pregiudizi che devono affrontare nella loro vita sociale.

            ‣ Prendere provvedimenti politico-ideologici per una più profonda assimilazione da parte delle forze del Partito della nostra concezione della questione femminile e dei suoi aspetti contemporanei.

            ‣ I comunisti devono essere in prima linea affinché i sindacati e le organizzazioni del movimento popolare facciano proprie specifiche rivendicazioni e obiettivi di lotta per le donne nei luoghi di lavoro, nei settori economici e nei luoghi di residenza.

            ‣ Lottare contro le varie concezioni irrazionali e non scientifiche della questione femminile promosse dalla borghesia e dagli opportunisti.

 

DOBBIAMO COMPIERE PASSI AVANTI DECISIVI NELLA COSTRUZIONE DEL PARTITO

 

            La crescita delle forze organizzate del Partito nei luoghi di lavoro di massa, in tutti i settori del lavoro salariato e tra i lavoratori autonomi urbani e rurali è condizione necessaria per il rafforzamento del Partito.

            Da qui al 22° Congresso avremo il compito di rinnovare le forze del Partito e di accrescerle secondo criteri di classe e di età, di sviluppare la KNE e soprattutto di consolidare la concezione comunista dei militanti e dei quadri del Partito e della KNE.

            La costruzione del Partito si è rivelata un compito assai complesso negli ultimi anni, specie nelle difficili e complicate condizioni attuali. Gran parte delle Organizzazioni Regionali del Partito ha condotto una battaglia coraggiosa, che ha posto rimedio alle perdite subite negli anni precedenti; per questo, negli ultimi quattro anni abbiamo registrato un lieve aumento delle forze organizzate del Partito e della KNE.

            I piccoli passi positivi che sono stati compiuti sia nello sviluppo organizzativo del Partito sia nel miglioramento della sua composizione operaia, nella costruzione del Partito nelle fabbriche, nelle grandi imprese e negli ospedali non soddisfano nel complesso la necessità fondamentale di ricomporre il movimento dei lavoratori, specie nelle attuali condizioni di arretramento e di pressione da parte del sistema borghese che mira a incorporare ampi settori della classe operaia.

            Gli ostacoli che limitano la costruzione del Partito, dovuti sia a condizioni oggettive sia all’intervento degli avversari, vanno tenuti presenti; non devono tuttavia trasformarsi in un alibi per arretrare di fronte alle difficoltà.

            La promozione del compito di costruzione del Partito si realizza nella misura in cui gli organi dirigenti sono in grado di combinare efficacemente un piano di costruzione con lo sforzo di sviluppare l’ampia attività politico-ideologica e di massa del Partito, sia in modo indipendente sia nell’ambito del movimento sindacale, allargando un’avanguardia politica e sindacale unita intorno al Partito e alle sue attività.

            Gli obiettivi della costruzione del Partito devono saldarsi in modo più efficiente con il piano per l’impiego delle forze del Partito, sulla base delle esperienze dei cambiamenti e dei progressi organizzativi compiuti negli anni precedenti, soprattutto nella direzione della concentrazione di tutte le forze a livello settoriale e locale nell’ambito di un piano che contribuisca alla costruzione del Partito nella classe operaia, nei luoghi di lavoro nei vari settori nonché nell’ambito delle forze alleate.

            Questo processo ha evidenziato la necessità di un costante monitoraggio e controllo da parte degli organi dirigenti, di obiettivi chiari, di un calcolo basato su tutti i dati e non su reazioni meccanicistiche.

            Il nuovo Comitato Centrale, in accordo con gli organi dirigenti regionali, deve elaborare più a fondo diversi aspetti – anche di natura organizzativa e pratica – per raggiungere l’obiettivo di un migliore coordinamento e unità di azione delle Organizzazioni di Settore e delle OBP locali e di area.

 

COMPITI DA QUI AL 22° CONGRESSO

 

  1. Completare la seconda parte dello studio-ricerca sulla struttura di classe in Grecia.
  2. Studiare i principali aspetti del maggiore intervento statale («Green New Deal») per il superamento della crisi nell’UE e negli USA, cioè della strategia della «transizione verde» e della trasformazione digitale dell’economia e dello Stato. In particolare, analizzare l’implementazione delle specifiche direttive strategiche dell’UE nell’economia greca per settore e per regione.
  3. Proseguire lo sforzo di ricerca per lo studio della costruzione del socialismo nel Novecento, in particolare in relazione alla sovrastruttura, all’organizzazione e al funzionamento dello Stato del potere operaio, e della correlazione con gli sviluppi nell’economia: a) Completare e pubblicare lo studio sulle modifiche alla Costituzione in relazione all’instaurazione dello Stato operaio, sui rapporti tra il Partito e le organizzazioni di massa o sulle modifiche della Costituzione dell’URSS eccetera; b) Nel contesto della pubblicazione della nuova serie di libri sul Diritto Borghese e Socialista, procedere all’esame critico della discussione teorica del Diritto nell’Unione Sovietica; c) Arricchire le suddette ricerche con l’esperienza della Repubblica Democratica Tedesca e di altri Paesi che avviarono la costruzione del socialismo.
  4. Studiare l’esperienza del Novecento in relazione alle insurrezioni operaie e popolari, ai movimenti armati, alla formazione o alla mancata formazione di una situazione rivoluzionaria o di elementi di essa (per esempio la guerra civile spagnola, la rivoluzione cinese, i movimenti del Sud-Est Asiatico, dell’America Latina e dell’Europa), e la linea politica dell’Internazionale Comunista o delle centrali del Movimento Comunista Internazionale. Proseguire lo sforzo di studio della transizione dal capitalismo al socialismo nel Novecento, analizzando tutti i fattori: le condizioni materiali (e i corrispondenti adattamenti del capitalismo), lo scoppio di una crisi del potere borghese, la condizione del soggetto rivoluzionario (il Partito, il movimento operaio e le forze sociali alleate).
  5. Intensificare la lotta contro le correnti politiche borghesi (socialdemocratiche, liberali eccetera), in rapporto sia all’approfondimento dello studio storico-teorico, sia all’interpretazione motivata e alla critica dei loro adattamenti contemporanei. Lottare contro la corrente opportunista.
  6. Aggiornare e pubblicare le analisi sullo Stato borghese contemporaneo.
  7. Contributo alla lotta contro i tentativi opportunisti e borghesi di formulare un’interpretazione «contemporanea» del marxismo che mette in ombra il suo contenuto rivoluzionario e l’importanza dei suoi principi e dei suoi metodi ispirandosi a una cosiddetta «nuova» lettura di Marx che contrappone l’opera di Marx a quella di Engels e di Lenin.
  8. Rafforzare con decisione la lotta in particolare attraverso il sostegno alla KNE in relazione all’offensiva ideologica borghese (costrutti ideologici del postmodernismo, dell’autodeterminazione, del diritto-umanismo, negazione della realtà oggettiva eccetera) e per quanto concerne il contenuto dei processi di formazione a partire dalle classi di età più giovani. Potenziare la collaborazione e la pianificazione unitaria tra le Sezioni del CC.
  9. Intensificare lo sforzo atto ad approfondire l’analisi delle cause dell’arretramento a lungo termine del movimento operaio rivoluzionario, anche in relazione alle maggiori opportunità attuali di cooptazione della classe operaia da parte del sistema borghese; mettere maggiormente in luce le crescenti necessità di un intervento politico-ideologico più globale.
  10. Sistematizzare e rafforzare il sistema formativo del Partito (coinvolgimento dei sostenitori e di nuovi militanti, ulteriore potenziamento delle scuole di formazione marxista della KNE, delle organizzazioni di settore e dei Comitati Regionali, nonché delle lezioni e dei seminari dell’organizzazione centrale del Partito). Organizzare speciali seminari tematici sulla storia del Partito e altre questioni. Specializzare l’attività ideologica, promuovere la formazione marxista in funzione della disciplina scientifica degli universitari e dei laureati del Partito e della KNE. Organizzare inoltre un programma specifico per insegnanti e artisti.
  11. Pubblicare il volume C2 del Saggio sulla Storia del Partito, dedicato al periodo 1967-1974.
  12. Promuovere lo studio del periodo 1974-1991, con l’ambizioso obiettivo di ultimarlo dopo il 22° Congresso. Intensificare contestualmente lo sforzo di pubblicazione dei verbali delle Sessioni Plenarie cruciali del CC o delle Conferenze tenute nel periodo in questione. È inoltre necessario proseguire la pubblicazione dei Testi Ufficiali.
  13. Prestare una puntuale assistenza alla KNE affinché possa tenere con successo il suo Congresso sulla base del suo Statuto.
  14. Organizzare un vertice speciale del nuovo CC dedicato alla situazione attuale del MCI e alle nostre relazioni con altri Partiti Comunisti e Operai.
  15. Proseguire le Conferenze Scientifiche del CC sulla letteratura.

 

GIUGNO 2021

 

Traduzione da Resistenze.org