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Sciopero generale di 24 ore: rompiamo le catene della schiavitù contemporanea

La mobilitazione dei lavoratori dipendenti, dei lavoratori autonomi, delle donne, dei pensionati, degli immigrati, degli studenti universitari e delle superiori che hanno risposto alla convocazione militante del Fronte di Tutti i Lavoratori (PAME) per lo sciopero generale di 24 ore dei settori pubblico e privato del 27 novembre, è stata caratterizzata da manifestazioni di massa in molte città greche.

Il PAME ha organizzato decine di manifestazioni in tutte le principali città greche.

Migliaia di manifestanti si sono riuniti nel centro di Atene da cui è partito il corteo alla volta del Parlamento greco. Ha partecipato allo sciopero una delegazione della Federazione Mondiale dei Sindacati.

Giota Tavoulari, Presidente della Federazione dei lavoratori nel settore farmaceutico e componente della Segreteria Esecutiva del PAME, ha pronunciato l'intervento centrale del Fronte, in cui ha invocato l'organizzazione dei lavoratori in forti sindacati di massa e chiesto consistenti aumenti salariali in tutti i settori. Queste le principali rivendicazioni:

- La firma di un accordo nazionale sui salari con un ritorno al salario minimo di 751 €, base minima per aumentare i salari più bassi.
- Ripristino degli stipendi minimi fissati nei contratti di lavoro settoriali ai livelli del 2009. Aboliti gli stipendi sciagurati da fame di 586 e di 511 €.
- Nessun lavoratore senza contratto collettivo di lavoro. Stop al supplizio dei contratti individuali. Abolire tutte le norme antisindacali che attaccano i contratti collettivi di lavoro.
- Ripristino di rapporti di lavoro stabili.
- Abolizione di tutte le leggi che attaccano i diritti previdenziali e che riducono la copertura previdenziale e le pensioni.
- Restituzione di tutte le perdite e della piena garanzia statale per le pensioni e di tutte delle prestazioni.
- Copertura del fabbisogno dei fondi di previdenza sociale da parte dello Stato e delle grandi imprese.
- Pensione minima di 600 euro.
- Nessun lavoratore senza copertura previdenziale.
- Ripristino immediato della 13° e 14° nelle pensioni.
- Fine all'incubo della disoccupazione.
- Tutela completa per i disoccupati lungo tutta la durata della disoccupazione. Innalzamento dell'indennità di disoccupazione a 600 euro.
- Riconoscimento del periodo di disoccupazione ai fini pensionistici, senza ulteriori oneri per i disoccupati. Intervento in tal senso della copertura da parte dello Stato e dei datori di lavoro.
- Abolizione del mercato degli schiavi nei programmi per l'occupazione.

Nel suo intervento il rappresentante del PAME ha anche criticato l'atteggiamento della leadership del GSEE e di ADEDY [i due sindacati presenti in Grecia, rispettivamente del settore privato e pubblico, ndt] che alimentano il consenso, il compromesso, la collaborazione di classe e ha aggiunto che il PAME rifiuta la teoria della collaborazione di classe e ha sottolineato che: "Rifiutiamo l'illusione che un cambio di governo comporti un miglioramento, una umanizzazione del sistema di sfruttamento. E' stato dimostrato che l'aspettativa, la speranza in un cambio di guida del paese, non restituisce le tutele. L'inerzia e i ritardi creano nuovi arretramenti, nuove perdite e consolidano la povertà, la miseria. Le modestissime promesse del governo e di SYRIZA mostrano che la loro strategia è unitaria, una strategia a tutto vantaggio dei grandi gruppi di affari, per dare impulso alla loro maggiore redditività e vuote promesse ai lavoratori". L'oratore ha chiesto una lotta in vista "dell'unico obiettivo necessario e realistico: la restituzione della ricchezza prodotta a coloro che la producono, a noi. La ricchezza deve essere indirizzata al soddisfacimento dei bisogni contemporanei dei lavoratori e degli strati popolari. Perché si realizzino i nostri sogni e si avverino gli incubi dei nostri sfruttatori".

Dichiarazione di D. Koutsoumpas

Il SG del CC del KKE, Dimitris Koutsoumpas, ha partecipato alla mobilitazione per lo sciopero ad Atene e ha fatto la seguente dichiarazione:

"Il KKE protegge gli strati popolari poveri, con tutta la sua forza. Questa situazione non può più essere tollerata, non si può vivere di briciole. Il KKE dedicherà tutte le sue energie per raggruppare il movimento operaio e popolare, per cambiare il negativo rapporto di forze all'interno del movimento operaio, nelle elezioni sindacali, nelle elezioni politiche, contro quella dirigenza che mina la lotta e la partecipazione popolare. In modo che possiamo costruire una grande alleanza sociale popolare contro i monopoli, contro il loro sistema di sfruttamento, per cambiamenti radicali e un rovesciamento anche a livello del potere".