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Sugli avvenimenti in Colombia

Come è noto, domenica 2 ottobre si è svolto un referendum per ratificare l'accordo di pace firmato tra il governo colombiano e le Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia – Esercito del Popolo (FARC-EP). La partecipazione al referendum è stata del 37% degli aventi diritto e l'accordo di pace è stato rifiutato con il 50.2% dei voti.

L'accordo, frutto di 4 anni di negoziazioni a Oslo e all'Avana, aveva l'obiettivo di terminare il conflitto armato iniziato nel 1964, quando vennero fondate le FARC-EP per rispondere alla violenza scatenata dall'esercito borghese contro la popolazione contadina di Marquetalia. [1] Nel mentre, è stato annunciato che il governo sonderà le opzioni per iniziare il dialogo con l'Esercito di Liberazione Nazionale (ELN), altra importante organizzazione guerrigliera del paese.

Il massacro della "Unione Patriottica"

In passato c'erano stati altri tentativi di giungere alla pace, il più noto dei quali erano stati i colloqui e il processo di pace degli anni 1982-84 con il governo di Belisario Betancourt. Questo processo portò alla formazione della "Unione Patriottica" (UP) come partito politico legale delle FARC-EP e del Partito Comunista Colombiano (PCC). La UP fu soggetta a una vera e propria mattanza da parte dello Stato borghese e dei paramilitari. Nel corso di un decennio furono assassinati oltre 5.000 membri e quadri dell'UP, tra essi due candidati presidenziali, 7 senatori, 13 congressisti, 11 sindaci, 69 consiglieri, mentre migliaia di persone dovettero seguire la strada dell'esilio politico espatriando.

In tutti questi anni, gli USA, l'Unione Europea (UE), altre forze imperialiste hanno sostenuto lo Stato borghese colombiano, offrendo generosamente il loro appoggio finanziario, militare e politico. Gli USA e l'UE hanno inserito le FARC-EP nella lista delle organizzazioni terroriste e dopo la morte di Raúl Reyes, dirigente delle FARC-EP, nel 2008 in Ecuador, fu scatenata una vera e propria caccia alle streghe a livello internazionale utilizzando "informazioni" che si trovavano nel suo computer personale, scoperto nell'accampamento bombardato. Dall'altro lato, in appoggio alla lotta delle FARC-EP e del movimento popolare del paese si schierarono, tra gli altri, la stragrande maggioranza dei Partiti comunisti dell'America Latina, varie organizzazioni del movimento popolare e della gioventù della regione e di tutto il mondo.

In merito all'"Accordo de L'Avana"

Il 23 giugno 2016, le FARC-EP e il governo colombiano hanno firmato un cessate il fuoco definitivo e un accordo per il disarmo, e il 24 agosto è stato annunciato un "Accordo finale per la fine del conflitto e la costruzione di una pace stabile e duratura" da ratificarsi nel referendum. Dal 17 al 23 settembre, le FARC-EP hanno tenuto la loro 10° Conferenza Guerrigliera, nel corso della quale è stato approvato l'accordo.

L' intesa si compone di accordi parziali raccolti in 6 capitoli. Si prevede il processo di disarmo delle FARC-EP in 22 "zone transitorie di normalizzazione" e in 6 più piccoli "punti transitori di normalizzazione", dove i guerriglieri delle FARC-EP si concentreranno per rimanere 6 mesi e dove verranno raccolte le loro armi individuali e smantellate sotto la giurisdizione delle Nazioni Unite. Inoltre, entro 3 mesi dall'applicazione degli accordi le FARC assumeranno l'obbligo di smantellare il resto delle armi immagazzinate.

L'accordo stabilisce il monopolio delle violenza allo Stato capitalista, la condanna della lotta rivoluzionaria, promuove il consenso sociale e l'assimilazione, riconosce la supremazia della classe capitalista e del suo Stato e, infine, mina la lotta di classe.

Ad esempio, l'accordo dispone chiaramente che "Il Governo nazionale e le FARC-EP accordano… di assicurare il monopolio legittimo della forza e dell'uso delle armi da parte dello Stato in tutto il territorio"[2], una frase che si ripete in modo simile in vari punti del testo finale. Inoltre, si nota che "Il Governo nazionale e il nuovo movimento politico che sorgerà dalla transizione delle FARC-EP all'attività politica legale, si impegnano a promuovere un Patto politico nazionale e regionale, con i partiti e i movimenti politici, le corporazioni, le forze vive della Nazione…". [3]

L'accordo non fa alcun riferimento a temi importanti come le otto basi militari USA nel paese, né al fatto significativo della firma dell'accordo tra Colombia e NATO del 25 giugno 2013, quando era già iniziato il processo del Dialogo per la Pace.

Il Partito Comunista di Grecia (KKE) e molte organizzazioni di massa del movimento popolare del nostro paese da decenni hanno solidarizzato con la lotta del popolo colombiano e delle FARC-EP. Hanno rifiutato categoricamente la definizione delle FARC-EP come organizzazione terroristica chiedendone l'esclusione dalla lista UE per tali organizzazioni e l'abolizione di questa lista.

Il KKE ha reclamato il riconoscimento delle organizzazioni insurrezionali FARC-EP e ELN come parti belligeranti, la liberazione dei prigionieri imprigionati negli USA così come gli oltre 7.500 prigionieri politici in Colombia, il risarcimento degli sfollati. Il KKE ha espresso in varie forme la sua solidarietà con la lotta del popolo colombiano per una Colombia senza sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo, per la pace con giustizia sociale. Per una Nuova Colombia dove si rispetti la volontà e la sovranità popolare, senza fame e miseria, con lavoro, abitazione, salute e istruzione per tutti.

Abbiamo affrontato risolutamente le forze borghesi e opportuniste che hanno cercato di utilizzare la situazione in Colombia per scagliarsi contro la lotta rivoluzionarie dei popoli.

Le immense difficoltà di una lotta prolungata, in condizioni di rapporti di forza molto negativi, marcate dalle conseguenze della controrivoluzione e del regresso temporaneo del movimento operaio e rivoluzionario, per la crisi in cui il movimento comunista internazionale continua a trovarsi, sono evidenti.

Sono inoltre evidenti gli ostacoli e le difficoltà aggiuntive arrecate dall'appoggio generoso dell'imperialismo allo Stato borghese della Colombia, dalla disponibilità di armamenti ad alta tecnologia, dall'intensificarsi della collaborazione degli Stati capitalisti e dei loro organismi nella regione attraverso una fitta rete di alleanze e di organizzazioni inter-statali.

Le cause dei grandi problemi sopportati dal popolo colombiano, come la repressione, la miseria e la povertà, sono intrinseche al sistema capitalista, al potere dei monopoli, allo Stato borghese, ai partiti politici borghesi e alle loro politiche antipopolari. Tutto ciò rimane intatto dopo l'accordo.

L'accordo non viene giudicato sulla base del fatto che porti un cambiamento nelle forme di lotta. E' responsabilità e obbligo di ogni partito e movimento rivoluzionario scegliere la forma di lotta adeguata in relazione alle condizioni e alle esigenze della lotta di classe nel proprio paese. Lo specifico accordo è giudicato dal fatto che obblighi (o meno) il movimento popolare del paese a concessioni gravi e inaccettabili alla classe capitalista e al suo potere, che lo disarmano politicamente e ideologicamente e che oggettivamente apriranno la strada a episodi che intensificheranno la repressione contro il movimento popolare, o a una sua assimilazione, o a entrambe simultaneamente.

Ferma solidarietà internazionalista con il movimento operaio-popolare di Colombia

La classe operaia, gli strati popolari di tutti i paesi devono avanzare i propri interessi, le proprie parole d'ordine e obiettivi di lotta contro il dominio del capitale e il suo potere, in conflitto con l'imperialismo, per il diritto di ogni popolo a scegliere il suo cammino di sviluppo.

E' necessario monitorare sistematicamente gli sviluppi e mantenere una posizione decisa al fianco del movimento operaio-popolare contro ogni tentativo di utilizzare questi avvenimenti per inasprire le persecuzioni e la repressione. Esprimiamo la nostra ferma solidarietà internazionalista con le lotte per i diritti operai e popolari, per una Nuova Colombia con il popolo al potere.

Articolo pubblicato su "Rizospastis", 9 ottobre 2016

Note

1] Per maggiori informazioni: "Forze Armate Rivoluzionarie di Colombia - Esercito del Popolo - 37 anni di battaglie per la Nuova Colombia", Raúl Reyes, scritto in particolare per la rivista "Komunistiki Epitheorisi" organo teorico e politico del CC del KKE, vol.6/2001
2] Accordo Finale, p.70
3] Accordo Finale, p.72


Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare