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Discorso introduttivo del KKE all'Incontro comunista europeo

"Rafforziamo la lotta operaia e popolare contro la barbarie capitalista che crea guerre, povertà, rifugiati e immigrati. Per l'Europa del socialismo, della pace, della giustizia sociale".


Cari compagni,

Vi diamo il benvenuto all'Incontro comunista europeo, organizzato dal KKE perché i Partiti Comunisti e Operai d'Europa possano avere l'opportunità di scambiare opinioni e riflessioni sugli sviluppi e la lotta comune.

Noi riteniamo che nelle attuali condizioni, sia molto importante per i comunisti d'Europa, indipendentemente dal fatto che i loro paesi siano o meno membri dell'organizzazione imperialista che va sotto il nome di Unione europea, a prescindere che siano rappresentati nel Parlamento dell'UE o nei parlamenti nazionali, di incontrarsi e discutere. Soprattutto oggi, quando l'aggressività del capitalismo si intensifica e dimostra che le crisi economiche, la disoccupazione, la povertà, le guerre imperialiste e la miseria che generano immigrazione e rifugiati, sono parte integrante del sistema. Oggi, quando risulta palese come questo sistema sociale di sfruttamento, il capitalismo, non solo non può soddisfare i bisogni fondamentali dei lavoratori, quali la sicurezza sociale, la sanità, l'istruzione, ma ha trasformato questi e tutti gli altri bisogni contemporanei in campi di attività in cui accrescere il profitto dei monopoli. Oggi, i problemi sociali irrisolvibili nel capitalismo sottolineano l'opportunità e la necessità del socialismo.

Cari compagni,

Nell'anno che ha seguito l'ultimo Incontro comunista europeo, gli sviluppi sono stati incalzanti, non solo in Europa, ma in tutta la regione, in tutto il mondo. Lo attesta l'esempio dei milioni di profughi dalla Siria o quello del Trattato Transatlantico di Commercio e Investimento (TTIP), discusso a porte chiuse dal personale dei capitalisti e che chiaramente influenzerà la vita di milioni di lavoratori in Europa.

La competizione tra le potenze imperialiste opera in tutto il pianeta, dall'Artico all'Africa, dall'Europa al Mar Cinese Meridionale.

La regione del Mediterraneo orientale è una di quelle regioni che attrae come un magnete i grandi interessi monopolistici, le maggiori potenze imperialiste e i loro alleati.

L'intervento degli Stati Uniti, dell'Unione europea, della Turchia, delle monarchie del Golfo e di altre potenze nella regione dal 2011 ha condotto, come ci si aspettava, al coinvolgimento militare russo in Siria, iniziato il 30 settembre. Chiaramente, tutte queste cose segnalano l'ulteriore acuirsi delle contraddizioni interimperialiste in Medio Oriente e nel Mediterraneo orientale.

Il KKE fin dal primo momento ha condannato questo intervento che ha conseguenze molto gravi per il popolo della Siria e anche della regione. Quando i partiti borghesi e opportunisti hanno celebrato la cosiddetta "primavera araba", il nostro Partito ha denunciato lo sforzo organizzato per finanziare e armare la cosiddetta opposizione in Siria da parte delle potenze imperialiste, che ha avuto come conseguenza, tra l'altro, la formazione e diffusione della mostruosità dello "Stato islamico", così come la creazione di un enorme ondata di profughi.

Il KKE al tempo stesso, esprimendo la solidarietà con il popolo francese e il sostegno alle famiglie delle vittime del barbaro massacro compiuto di recente dallo Stato islamico a Parigi, fin dal primo momento ha avvertito che questo non deve essere usato come un alibi per l'escalation di interventi imperialisti nella regione, per una guerra imperialista e per scontri tra i diversi interessi che saranno pagati a caro prezzo dai popoli della regione. Gli attentati non possono costituire un nuovo alibi per ulteriori misure repressive contro le libertà democratiche e popolari, per la militarizzazione della vita politica dei paesi d'Europa, un alibi per una nuova ondata di xenofobia, razzismo e visioni di estrema destra che colpiscono uomini alla ricerca di un futuro migliore come i rifugiati e gli immigrati.

Riteniamo che quando si verificano conflitti imperialisti è fuorviante discutere su chi ha iniziato per primo, su chi osserva il "diritto internazionale", diritto che è diventato più reazionario e flessibile per essere invocato da tutte le potenze imperialiste.

La propaganda scatenata oggi a livello internazionale è pericolosa. Questa propaganda utilizza la barbarie dei jihadisti fanatici al fine di favorire un terreno fertile alla guerra tra la classe operaia e i popoli contro altri popoli, usando la religione come pretesto.

Ciò che noi in quanto comunisti dobbiamo chiarire, è che in sostanza il terreno su cui è ingaggiata la guerra è modellato dagli interessi monopolistici; le forze che stanno entrando in conflitto, hanno uno specifico contenuto di classe.

In queste condizioni il KKE avanza la pretesa che il popolo e i giovani in particolare, non versino il loro sangue per gli interessi del capitale, degli sfruttatori.

Non potremo salvaguardare i lavoratori finché i nostri paesi parteciperanno alle organizzazioni imperialiste, come la NATO e l'UE. Partecipazione che è accettata da tutti i partiti borghesi, sia liberali che socialdemocratici, di sinistra e di destra, come è in Grecia da parte di SYRIZA, Nuova Democrazia fino a nazisti di Alba Dorata.

Non potremo finché predominerà la logica della scelta imperialista, coltivata da più partiti e che induce a scegliere un blocco delle potenze imperialiste, delle alleanze geopolitiche internazionali.

E' molto diverso, nell'ottica del potere operaio e popolare, utilizzare le contraddizioni esistenti e i diversi interessi dei paesi capitalisti o entrare in un'alleanza imperialista, un'unione di Stati capitalisti con l'illusione che questo potrebbe rivelarsi vantaggioso per la classe operaia e il popolo.

Crediamo che il movimento comunista debba utilizzare le contraddizioni interimperialiste, con l'obiettivo di indebolire le alleanze imperialiste, destabilizzando il potere capitalista nel proprio paese o in un altro paese, che sia aggressore o aggredito.

Perché un partito comunista sia in grado di utilizzare correttamente le contraddizioni interimperialiste, non deve lasciarsi intrappolare nei piani di qualsiasi centro imperialista, deve difendere gli interessi vitali della classe operaia nel suo paese, della classe operaia a livello regionale e a livello mondiale.

Il nostro partito pone direttamente la questione del ritiro della Grecia da tutte le alleanze imperialiste, come la NATO e l'UE, sottolineando che ciò può essere garantito solo dal potere operaio e popolare, nel percorso di sviluppo socialista.

Allo stesso tempo, il nostro Partito esprime concretamente la sua solidarietà a decine di migliaia di persone sofferenti, in balia delle onde per raggiungere il nostro paese e dirigersi poi verso altri paesi europei. Nessuno vorrebbe essere sradicato dalla sua casa. Sappiamo molto bene che ciò che ha spinto tanta gente a fuggire dalle loro case ha un nome: la barbarie capitalista che porta la povertà, la disoccupazione, le guerre.

Il KKE lotta contro le cause che determinano l'immigrazione e i rifugiati, contro il nazismo, il fascismo e i suoi rappresentanti oggi in Grecia, che hanno cercato, tra le altre cose, di strumentalizzare il problema dei crescenti flussi migratori per seminare il nazionalismo, la xenofobia e il razzismo tra la gente. Il nostro Partito invita il popolo, il movimento operaio e popolare a intensificare la solidarietà con i rifugiati e gli immigrati.

Questo problema non può essere risolto a meno che non vengano fermati gli interventi e le guerre imperialisti, guidati da UE-USA-NATO. Lottiamo in modo che la Grecia non vi abbia alcuna partecipazione. I meccanismi repressivi dell'UE non sono una soluzione e per questo motivo chiediamo l'abolizione del Regolamento di Dublino, dell'accordo di Schengen e Frontex. Riteniamo che i rifugiati debbano ottenere buoni servizi di accoglienza e alloggio. Lottiamo per aumentare il personale e le infrastrutture connesse al salvataggio, alla registrazione e identificazione, all'alloggio, al fabbisogno alimentare, sanitario e per il trasporto sicuro dalle isole verso i valichi di uscita del paese.

Cari compagni,

La crisi del capitalismo non solo schianta i diritti sociali e le conquiste dei lavoratori in Europa, ma "rimescola il mazzo" dei rapporti di forza tra gli stati capitalistici. Questo avviene sia all'interno dell'Unione europea - dove la concorrenza e la pressione sulla Germania sta crescendo con lo scopo di obbligarla ad assumersi una quota maggiore dell'onere della crisi - ma anche nei rapporti tra gli stati del mondo capitalista nel suo complesso.

E' stato dimostrato che il cosiddetto "mondo multipolare" non ha nulla a che fare con la pace, la sicurezza dei popoli, la risoluzione dei conflitti, come affermano i suoi sostenitori. Qualsiasi "architettura" delle relazioni internazionali, ha nel suo DNA la tendenza all'intervento e alla guerra imperialista se poggia sulla "pietra angolare" del monopolio capitalista, ossia l'imperialismo. L'anno scorso abbiamo parlato più diffusamente dell'aperto intervento degli Stati Uniti e dell'Unione europea in Ucraina, nel quadro della concorrenza con la Russia per il controllo delle rotte energetiche, delle materie prime e delle quote di mercato. Questa competizione e l'ascesa a posizioni governative di forze nazionaliste e anticomuniste hanno avuto conseguenze tragiche per il popolo ucraino, che ha visto il crollo del paese, la guerra civile per interessi ad esso estranei, l'imposizione di misure antipopolari e repressive, come la progettata messa al bando del PC e dell'ideologia comunista in Ucraina.

E da questo podio vogliamo esprimere ancora una volta la solidarietà con i comunisti di Ucraina, che devono fronteggiare questi sviluppi antipopolari e vogliamo anche denunciare che il Presidente ucraino qualche mese fa ha inserito 3 quadri del KKE su una lista nera, tra i quali il nostro europarlamentare Sotiris Zarianopoulos e Giorgos Lamproulis, capogruppo del Parlamento greco.

Cari compagni,

Permettetemi di evidenziare altre due questioni internazionali, che sono di enorme importanza per i popoli d'Europa e l'organizzazione della nostra lotta.

1) Di recente, gli Stati Uniti e la NATO hanno iniziato i test del cosiddetto "scudo antimissile" in Europa. Questo sistema antimissilistico, nonostante venga "presentato" come "misura di difesa" contro l'Iran o i terroristi, ha il chiaro obiettivo di dotare gli USA della prerogativa del primo colpo nucleare contro la Russia, senza il pericolo di ricevere un contrattacco. Questo è un passo particolarmente pericoloso, in quanto trasforma l'Europa in un teatro di guerra nucleare e di scontro con la Russia. E' indispensabile che i comunisti e gli altri militanti agiscano per smantellare queste basi su cui poggiano i piani di USA-NATO e, naturalmente, qualsiasi altro piano imperialista simile.

2) Il Trattato Transatlantico di Commercio e Investimento (TTIP), che si caratterizza come una "NATO economica per i monopoli", viene spinto in avanti in assoluta segretezza. Si sollevano a riguardo proteste anche da parte di alcune forze borghesi, che, naturalmente, esprimono un disaccordo strumentale ad acquisire maggiori vantaggi in favore di specifiche sezioni del capitale.

SYRIZA, Podemos e gli altri opportunisti del nuovo corso socialdemocratico, con il Partito della Sinistra Europea in testa, che esprimono anch'essi gli interessi delle sezioni del capitale, se dichiarano la loro opposizione al TTIP, lo fanno con riguardo ad alcuni aspetti isolati e non contestandone l'essenza. Difendono la profittabilità dei gruppi monopolistici, promovendo il mito di una ripresa capitalista "sostenibile" ed "eterna". Vedono nel TTIP un "ostacolo" al capitalismo nella misura in cui prevede "regole, controlli e regolamenti" che presumibilmente limitano i monopoli. Nascondono deliberatamente che il TTIP non è un'eccezione, ma una chiara conferma del carattere di sfruttamento di questo sistema.

Questo accordo apre la strada alla riduzione e all'abolizione di ogni diritto lavorativo sopravvissuto all'offensiva dei governi borghesi, della UE e del capitale, utilizzando il pretesto della crisi economica. Si mira a ridurre i diritti dei lavoratori al minimo possibile, poiché l'obiettivo comune degli Stati Uniti e dell'Unione europea è quello di ridurre drasticamente il prezzo della forza lavoro. In poche parole, si sposano le misure antioperaie e il regime peggiore per i diritti del lavoro attuati negli Stati membri dell'Unione europea e negli Stati Uniti, con molteplici conseguenze per la classe operaia e gli strati popolari poveri.

Per questo motivo, i comunisti devono essere pronti nel denunciare questi piani, così come va denunciata la discussione fuorviante sulla perdita di "sovranità" della UE o dei suoi stati membri a causa del TTIP. Questo discorso nasconde che il trattato è anche un obiettivo dei governi borghesi della UE, naturalmente negoziato con gli Stati Uniti, al servizio degli interessi dei monopoli europei per salvaguardare e promuovere le loro posizioni nella concorrenza a livello globale. Il KKE lotta contro questo accordo antipopolare, sottolineando che non può essere corretto o modificato. Invita il popolo a lottare per il suo netto rifiuto, nella direzione della lotta per il rovesciamento del sistema di sfruttamento che il TTIP serve.

Cari compagni,

L'anno scorso, quando da questo podio parlammo degli sviluppi in Grecia, con SYRIZA ancora all'opposizione, descrivemmo la "traiettoria" che avrebbe seguito se la borghesia gli avesse affidato le redini del potere borghese. Oggi, possiamo guardarvi negli occhi, perché il KKE allora e adesso si è impegnato nella lotta decisiva per difendere gli interessi del popolo e perché tutte le previsioni del nostro Partito sono state confermate.

Con il governo SYRIZA-ANEL, il nostro popolo si trova di fronte un nuovo assalto su vasta scala del capitale, un assalto che questa compagine, che coniuga una presunta sinistra e un presunto patriottismo, si impegna a portare fino in fondo con l'attuazione del barbaro e antipopolare memorandum firmato in estate con ND, PASOK e POTAMI.

Ogni giorno attraverso i progetti di legge che porta al Parlamento, questo governo attua misure draconiane senza precedenti. Si tratta di misure che aumentano la tassazione sulle famiglie popolari e colpiscono aspramente i contadini e i lavoratori autonomi. Allo stesso tempo, vengono varate esenzioni fiscali permanenti per il capitale. Viene cancellato ciò che rimane del diritto alla sicurezza sociale, aumentando l'età pensionabile. Si sta preparando un attacco al diritto di sciopero e altri diritti sindacali, mentre allo stesso tempo si avanza con le privatizzazioni. Questa offensiva dimostra che lo sfruttamento della forza lavoro è un presupposto per il recupero della redditività capitalista.

Il governo SYRIZA-ANEL gioca un ruolo chiave e partecipa attivamente ai piani della NATO, degli Stati Uniti e dell'Unione europea per la regione, fornendo territorio del paese per la creazione di nuove basi NATO e infrastrutture militari aggressive.

Il presunto governo di "sinistra" ha fornito e sta fornendo importanti servigi al sistema. Con un abito "di sinistra" e la pretesa di lottare all'interno dell'UE, combinando ricatti e illusioni, prova a convincere quante più persone può che la linea politica di oggi è inevitabile e che l'unica cosa che il popolo può fare è scegliere quale governo sarà responsabile del memorandum e implementerà la linea politica antipopolare che ne discende. SYRIZA contribuisce a rendere conservatrici le forze di sinistra e più radicali, forze che negli anni passati avevano combattuto i memorandum.

E' stato confermato per l'ennesima volta che i cosiddetti governi di sinistra, i cosiddetti partiti di rinnovamento della sinistra, che hanno assimilato nelle loro file gli ex comunisti, possono, in determinate circostanze, fare meglio il lavoro sporco dei capitalisti e allo stesso tempo indurre le persone e il movimento alla passività e alla disillusione.

Allo stesso modo ha trovato conferma la posizione coerente del KKE, che in tutti questi anni ha respinto con forza la partecipazione a tali governi di gestione del sistema capitalista e delle politiche antipopolari dell'UE e dell'aggressività della NATO. Da questo podio desideriamo ringraziare tutti i Partiti Comunisti e Operai che hanno sostenuto il nostro Partito nelle molte battaglie elettorali cruciali intraprese in modo militante nel 2015.

Il KKE ha resistito, uscendo ideologicamente, politicamente e organizzativamente rinforzato, emergendo più esperto e più forte da queste battaglie. Ha mantenuto la sua rappresentanza nel Parlamento e oggi, con la KNE, sua organizzazione giovanile, svolge il ruolo di primo piano nelle lotte nei luoghi di lavoro, all'interno del movimento operaio e popolare. Stiamo combattendo per denunciare i piani del governo e degli altri partiti borghesi che stanno attaccando la classe operaia, con l'obiettivo di renderla più economica e servile. Dobbiamo rendere manifesto il carattere del memorandum, evidenziare che qualsiasi piccola ripresa dell'economia e della redditività capitalistica si verificasse, presuppone l'abolizione di tutte le conquiste popolari e certamente non porterà a un aumento del tenore di vita, né al sollievo delle famiglie popolari. A maggior ragione se la situazione peggiorasse, visto che appaiono i segni di una nuova crisi sincronizzata a livello internazionale e le contraddizioni imperialiste si intensificano.

Oggi, come ha dimostrato il grande successo dello sciopero generale del 12 novembre, possono formarsi le migliori precondizioni per l'organizzazione e il raggruppamento del movimento operaio, per il rafforzamento dell'alleanza popolare. Possiamo creare delle fratture nell'attuale rapporto negativo di forze in Grecia e all'estero.

E' necessario che le persone utilizzino la loro esperienza e la usino per potenziare la loro lotta per il rovesciamento del sistema. I sindacati nel nostro paese, sotto le bandiere del PAME, stanno preparando una nuova mobilitazione per un nuovo sciopero generale. Anche i contadini si stanno mobilitando e organizzano dei blocchi con i loro trattori. Gli studenti delle superiori e delle università stanno organizzando le loro grandi manifestazioni. La piattaforma di lotta mira a contrastare la serie di nuove misure antipopolari che il governo SYRIZA sta portando avanti, sulla base dell'accordo siglato con l'UE, il FMI, la BCE, il "quartetto", in linea con l'attuazione del terzo memorandum. Si sta preparando un nuovo attacco contro il sistema sociale e previdenziale, con pignoramenti delle case dei lavoratori, degli strati popolari e anche della classe media, ci saranno altri tagli dell'elettricità per chi è in ritardo con i pagamenti, le famiglie popolari saranno tassate ancor più pesantemente, mentre crescono le esenzioni per i grandi industriali, gli armatori e gli uomini d'affari.

Siamo profondamente convinti che i lavoratori possano vedere giorni migliori, come meritano, sulla base del potenziale che la società oggi esprime. Questo percorso richiede la formazione di una forte alleanza sociale popolare che si batta contro le nuove misure antipopolari e lotti stabilmente contro i monopoli, il capitalismo e l'imperialismo. La formazione e il rafforzamento di tale alleanza oggi può contribuire a cambiare il rapporto negativo di forze, potenziare l'organizzazione, la combattività e la militanza della classe operaia e degli altri strati popolari. Si può contrastare la sottomissione e il fatalismo del popolo ai vecchi e ai nuovi gestori della barbarie capitalista, nella lotta per una società senza sfruttamento dell'uomo da parte dell'uomo, per il socialismo.

E, come dimostra la realtà, quando si ha l'obiettivo di rovesciare il capitalismo e costruire il nuovo mondo, il socialismo, si può lottare con più decisione ed efficacia per l'organizzazione e l'emancipazione della classe operaia. Nelle condizioni attuali, solo su questa base e in questo senso si possono ottenere delle vittorie per i diritti e i bisogni contemporanei dei lavoratori, del popolo.

 

9.12.2015